Anche l’uomo è in gabbia e, spalancargli troppo bruscamente la porta, può voler dire precipitarlo nelle fauci della droga, del suicidio della violenza e del delitto. Ne sappiamo qualcosa ai nostri giorni.
Certamente la felicità non è dentro la gabbia, è fuori, ma tutti hanno
paura di essere felici. D’altra parte, le sbarre della sua gabbia l’uomo se le
è costruite lui stesso, millennio dopo millenio, con un lavoro estremamente
minuzioso e nello stesso tempo assurdo. Ma vi è una speranza per la vita di chi
è ingabbiato: capire in che modo le sbarre sono sorte dal nulla.
Ogni sbarra è un paraocchi e ogni benda è un “diavolo”. Così l’uomo si
trova circondato da mille diavoli che assolvono fedelmente alla loro funzione,
facendo il loro dovere. Sono come tanti segnali stradali: attento lì c’è una
curva, puoi uscire fuori strada. Fermati e lascia agli altri la precedenza,
spaventati trema, terrorizzati ……
Andrebbe tutto bene se l’uomo capisse quei segnali. Purtroppo là dove
sembra
segnata una curva, la strada è dritta. La gabbia nell'aver spezzato si risolve
in una esasperante perdita di tempo. Tuttavia se l'uomo troppo precipitosamente
ne esce, la libertà raggiunta esteriormente, ma non ancora interiormente,
diventa pericolosa per lui.
Occorre dunque rimettere i segnali al
loro posto giusto e soprattutto capirli: come sono nati? Come si sono formati?
Che funzione hanno i "diavoli?
Conoscendo "il frutto dell'albero
della Vita", dividendo la Creazione in "buona" e "cattiva".
La vita deve pulsare libera spinta dalle due grandi energie cosmiche: quella
distruttiva mente e luminosa e quella costruttiva e tenebrosa. Sia la luce che
la tenebra sono fenomeni utili, tutti e due creati da Dio. Il positivo e il
negativo sono indispensabili nella formazione della generazione di Dio. Non
siamo semplici creature. Dopotutto dobbiamo vederli in questo modo: la tenebra
come luce che si spegne.
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Se guardate solo quello che la luce rivela e ascoltate solo quello che il suono vi annuncia, allora in verità, non vedete e non sentite.