giovedì 28 settembre 2023

La VERITA' vi LIBRERA' per SEmPRE


Erode fu fondamentale per il battesimo con il fuoco di Gesù. Fosse per Gesù, Lui sarebbe rimasto ancora a cazziare tutti nel deserto, ma il Suo Angelo lo cazziò in altro modo, affinché ADEmpisse alle Scritture.. Ben diverso fu la vita di un altro Giovanni, dopo più di un millennio da quel tempo, che pur rendendosi VERO PO'VERO, non abitò nel deserto e nemmeno tra la gente come fece dopo quel "battista" che mantenne come soprannome "nazireno" solo come provenienza del suo essere stato.
Pertanto, l'Angelo usò Erode per dar quella spinta a quel "nazireno" che pensava di passare tutta la Sua Vita ad A.C.cUSARE gli umani, che peccavano per la loro indole egoistica animale, vestendo e nutrendosi Lui stesso come un animale in gabbia.
IO VI DICO che come il "nazireno" salvò il regno ad Erode, dalla sua cupidigia, così quel grande peccatore costrinse ad incarnarsi del TUTTO in un essere animale chi doveva battezzarsi con la morte umana, nonostante fosse il Figlio di Dio. Gesù attribuì ad Erode l'essere stato UNA VOLPE che aveva una tana ma non le bastava. Se tutti riuscissero a poter parlare con il proprio Angelo per capire chi si nasconde dentro il loro corpo. Non la voglio fare lunga, considerato che a nessuno serve questo nutrimento. Oltre a questo viDio CENE un altro.
Questo:
https://www.youtube.com/watch?v=pgMemRW9ros

domenica 17 settembre 2023

DIoS GRAZIATI da un falso cielo fatto di corpi celesti senza vita


Questa immagine spiega benissimo le beate attitudini, in cui il Figlio di Dio si schiera dalla parte Dei mal trattati. Mi è stato impedito pubblicare questo POSTo quattro giorni fa in corrispondenza del vangelo di queste "con soli azioni". Gesù si "RI-FERISCE" a nostro vantaggio, consolandoci e scegliendoci come amici, per farsi consolare da loro A SUA VOLTA. Quei amici che lo rinnegarono, lo tradirono, lasciandolo solo in quel che rimaneva nella carne, ma erano stati con Lui totalmente IN SPIRITO SANTO, ADEmpiendo inTERRAmente alle scritture.

Il Vangelo di oggi è alquanto allucinante per incoerenza e contraddizione, ma nonostante tutto sembra che Gesù lo dica per provocare i suoi amici e convincerli che per far parte di questa SUA VOLTA CELESTE basti essere DEI disgraziati.

martedì 5 settembre 2023

REIincarnazione o REincarnazione?


Ma è proprio questo il MEsSAGGIO del Vero CRISTO ovvero il MEsSIA individuale.

Ma ABBIamo come avversario proprio un Dio che si pone subito dall'ALTO, inVECE di prenderci per mano dal BASSO.

SiAMO in grado di convertirLO, inVITAnDOLO a seguirci in quel che Lui stesso ha creato, compreso il MALE?

CHIESA', come dice la genesi nel SABAT ETERNO, insieme portiamo a termine tutte le cose per poi riposare sempre insieme?

Che strano, proprio OGGI, quando il Vangelo, anzi tutte le scritture, parlano di questo.

Veri Luciferi, ma anche UNTI di noi stesi.

Avere AUTORITÀ, più che un complimento È un COMPIMENTO che Gesù deve portare a termine, con la contrarietà di chi non vuole.

E questi non sono umani e nemmeno animali, ma spiriti del Cielo che Gesù conosce BENE, mentre loro vorrebbero continuare ad essere MALE. Perciò anche noi dobbiamo TENTARE di vivere ciò che diciamo agli altri di essere.

Questa è la vera REIncarnazione/REincarnazione.

Non capire come avviene ma a.C.coglierla quando sentiamo lo Spirito che deve convertirsi dentro di noi. Gesù vera e unica VIA di VERITÀ e VITA, segno di contraddizione per la rovina di molti.

Pertanto, dovete essere lui stesso, perché i veri cristiani non sono né ladri e né briganti che rinnegano il Cristo che viene in ognuno di noi, pronti per il Dio che verrà.

I cristiani spesso chiedono per quale motivo Dio non parli più loro, come si crede abbia fatto un tempo, e non si chiedono il perché.

Un rabbino al quale era stato domandato questo, mentre Dio era apparso tanto frequentemente agli uomini di una volta, nessuno lo ha visto più al giorno d'oggi. Il rabbino aveva risposto: "Oggi non c'è più nessuno che sia capace di chinarsi così in basso".

QUAL E’ LA MIA INCARNAZIONE? IN CHE MODO IO INCARNO ME STESSO-A?

IN CHE MODO SONO COERENTE E CONGRUENTE?

QUAL E’ LA MIA STRADA? IN CHE MODO DIVENTO ME STESSO-A?

“Questa, dunque è la mia strada; qual è la vostra?

Questa strada infatti non esiste!”.

La dovete vivere insieme a Lui.

“Voi non avevate ancora trovato voi stessi: quand’ecco che trovaste me. Così fanno tutti i credenti; perciò ogni credenza è così poco importante. Ora io vi ordino di dimenticare me e di trovare voi stessi, e solo quando voi mi avrete rinnegato tornerò da voi.”

“Solo dopo la notte più buia si farà giorno.

Coprite dunque i lumi e restate in silenzio, affinché la notte divenga buia e silente.

Il sole sorge senza il nostro aiuto.

Solo chi conosce l’errore più nero sa che cos’è la luce.”

“Cristo è l’esemplare che vive in ogni cristiano come sua personalità totale. Ma il corso della storia portò alla imitatio Christi, con la quale l’individuo non segue il proprio fatale cammino verso l’interezza, ma cerca di imitare la via seguita da Cristo. Anche in oriente lo sviluppo storico portò a una devota imitatio del Buddha, e questi divenne un modello da imitare: con ciò la sua idea perdette di forza, così come l’imitatio Christi fu foriera di una fatale stasi nell’evoluzione dell’idea cristiana.”

“Se voglio comprendere veramente Cristo, devo capire che Cristo ha vissuto realmente solo la sua propria vita e non ha imitato nessuno. Non ha copiato alcun modello. Se perciò intendo davvero imitare Cristo, allora non imiterò né copierò proprio nessuno, ma andrò per la mia strada, senza più neppure definirmi cristiano. Dapprima ho voluto copiare Cristo, imitarlo, cercando di vivere la mia vita nel rispetto dei suoi comandamenti. Una voce in me si è però ribellata e ha voluto ricordarmi che anche questo mio tempo ha i suoi profeti, che si sono ribellati al giogo impostoci dal passato. Non sono riuscito a conciliare Cristo e il profeta di questo tempo. L’uno ci chiede di portare il giogo, l’altro di scuoterlo; l’uno impone rassegnazione, l’altro volontà. […] Decisi perciò di passare alla vita umile e ordinaria, alla mia propria vita, e di cominciare da quel punto, in basso, in cui effettivamente mi trovavo. Se il pensiero porta a ciò che è inconcepibile, allora è tempo di tornare alla vita semplice. Quello che non risolve il pensiero, lo risolve invece la vita, e quello che il fare non decide mai, è riservato al pensiero. Se da un lato sono asceso a mete molto elevate e impervie e voglio ottenere una redenzione che mi sollevi ancor più, la vera via non mi porterà verso l’alto, ma verso il basso, perché solo l’altro lato presente in me mi può portare oltre me stesso. Accettare l’Altro significa però discendere nel lato opposto, passare dal serio al ridicolo, dal triste al sereno, dal bello al brutto, dal puro all’impuro”.

“Vivere se stessi significa essere un compito per se stessi. Non puoi mai dire che vivere per se stessi sia un piacere. Non sarà una gioia, ma una lunga sofferenza, perché devi farti creatore di te stesso.”

“Se non l’avete ancora imparato dagli antichi libri sacri, andate, bevete il sangue e mangiate il corpo di colui che è stato deriso e martoriato a causa dei nostri peccati, così ne assumerete in pieno la natura”.

La Via del Cristo è la trasformazione del SE’, significa Diventare Se Stessi.

Cristo ha indicato la strada da seguire, “la VIA di quel che ha da venire”.
Ma non da imitare, bensì ‘diventare’.

Perciò il rinnegare SE STESSI è un divenire continuo e mai riposarsi sul passato.

Incarnarsi, incarnato: con l’uso riflessivo e del participio passato è usato quasi esclusivamente come riferito alla seconda Persona divina che si è unita alla natura umana facendosi uomo.

Mi sembrava una parola immensa: Incarnarsi. Ero piccolo, il mio mondo comprendeva quella parola grande grande perché mi spiegavano che Dio si era fatto Uomo, si era Incarnato. Ascoltavo meravigliata. E apprendevo sulla fiducia. Ero anche molto aiutato dai presepi, a dire il vero. Ogni volta che lo facevamo a casa, pensavo di aver capito un po’ meglio. Piccolo: quattro, cinque anni, e poi gli anni delle elementari. Tutto molto Serio, tutto molto Buono, tutto molto Vero: Dio si è fatto Uomo, Buon Natale, ora tocca a te.
Non ho mai né rifiutato né accantonato quella parola grande grande, che poi nel tempo si è fatta anche Grande Parola. La domanda rimaneva: cosa significa? E rimanevano le risposte: è un Mistero, il Mistero non si spiega.

A volte bisogna spostarsi di lato per vedere meglio, mettersi di sbieco, strizzare gli occhi. Oppure allontanarsi, prendere altre strade, avventurarsi in un esodo, emigrare. Porre le stesse domande ad altre fonti, bere ad altre sorgenti, leggere e ascoltare altre parole.
A volte, non sempre, non è necessario per tutti. A volte sì, a volte no.

Capita che sia un comico a dire le cose in un modo che ti è più chiaro, capita che sia uno psicanalista, un antropologo, un fisico; capita che sia un religioso; capita che sia una scena di un film o una canzone, capita che sia un filo d’albero, un pezzetto di cielo, un silenzio.

Capita anche che sia qualcosa che cresce dentro di noi, un sorriso un’inquietudine, un ricordo, una speranza. Quella situazione che ti fa vedere le stesse cose in modo diverso dal giorno precedente.

E’ la nostra storia, e solo la nostra storia personale che ci conduce. Storia personale non significa solo le nostre egocentrate cose, ma anche il mondo in cui viviamo e abbiamo vissuto, gli altri che abbiamo incontrato o sognato o perso.

La storia personale è un pezzo della storia del mondo, è un pezzo d’universo, è inclusiva altrimenti non potrebbe essere ciò che, ma è importante non affacciarci a guardare la storia personale del vicino pensando che sia la nostra o per rubarne qualche pezzo.

Nella nostra storia personale ci sono le nostre convinzioni, i nostri valori, le nostre esperienze, i nostri sapori, i nostri baci, il nostro eros, i nostri fioretti del mese di maggio, la foto della rosa che volevamo regalare a lui e non gli abbiamo mai più spedito per il motivo che solo noi sappiamo, il Natale che nostro padre trascorse con noi per non lasciarci soli, il trekking sull’Appennino, le lezioni di disegno, gli aquiloni fatti volare sulle cime delle colline …
Nella nostra storia personale c’è la nostra visione del mondo costruita da e in ogni attimo della nostra vita. E’ con quella che dobbiamo far conto. Che significa far conto con noi stessi e con il mondo.

E’ in questi ambiti che si depongono le parole Coerenza e Congruenza. E quella grande: Incarnare, Incarnarsi.

La Coerenza è l’azione fatta che agisce seguendo una linea di condotta dichiarata e/o pensata in precedenza.

La Congruenza è quella condizione, quello ‘stato’ in cui una persona agisce dal profondo in piena sintonia con ciò che pensa e dichiara; tutti i  livelli comunicativi sono ‘allineati’: fai una cosa con tutto-a stesso-a, credendoci fino in fondo, tutto in te stesso-a va nella direzione scelta.
Quindi: essere coerenti può anche voler significare di seguire una via, senza sbagliare, senza ripensamenti, ma potrebbe essere e rivelarsi la strada che non vogliamo, e se non siamo capaci di metterci in discussione questo potrebbe comportare rigidezza di comportamenti, di vedute, di idee; della vita stessa. Non è un’Incarnare, un Incarnar-sé, altrimenti rimarrà un’illusione, un’Ideologia se non siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità.

Essere congruenti porta a una chiarezza così visibile dall’esterno da risultare a volte imbarazzante in chi ci guarda. Siamo più vicini a un’Incarnazione, è un Incarnar-sé in modo molto evidente. C’è da far attenzione che non diventi una Prassi-Dottrina.

Essendo capaci di essere-comportarci sia con Coerenza che con Congruenza, siamo capaci di superare sia il rischio della rigidità dell’Ideologia sia il rischio della supremazia di una Prassi che può farsi a sua volta Dottrina.

“Noi pensiamo di essere liberi perché facciamo delle scelte e pensiamo di poter scegliere senza notare che comunque sono scelte su cose già preesistenti.

La scelta esiste soltanto quando la mente è confusa. Quando la mente è chiara la scelta non esiste. Quando voi vedete le cose con grande chiarezza, senza distorsioni, senza illusioni, allora la scelta non esiste. Una mente che non sceglie è una mente libera, ma una mente che sceglie, e quindi mette in atto una serie di conflitti e di contraddizioni, non è mai libera, perché è confusa in se stessa, divisa, frammentata”.

“La scelta c’è dove c’è confusione. Per la mente che vede con chiarezza non c’è necessità di scelta, c’è azione. Penso che molti problemi scaturiscano dal dire che siamo liberi di scegliere, che la scelta significa libertà. Al contrario io direi che la scelta significa una mente confusa, e perciò non libera”.

Ecco allora tornare nella VERA META’NOIA delle parole Incarnare, Incarnar-sé; e sarebbe impossibile che non lo fosse trattandosi di un periodo che precede (precede, non ‘è’) il Natale.
Impossibile per me, poiché è nella mia storia, e voglio che torni.  E non è nemmeno un ritorno, poiché sono parole-strade che mi accompagnano quotidianamente.
Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se non ora, quando?”.

Ecco, allora.

Il tempo della META’NOIA non è il tempo dell’attesa della venuta’, ‘E’ ‘la venuta, è un continuo presente su una strada che – certo – ha una direzione, la quale è raggiungibile grazie ai ‘passo dopo passo’ del presente dell’Avvento. E’ un continuo ininterrotto accadere, una gestazione che poiché è tale e solo poiché è tale permetterà una nascita. Un accadere regolato da Congruenza e Coerenza, da una ‘centratura’ che non ha bisogno di ‘scegliere’, bensì immediatamente ‘è’. Ed è Incarnazione, Incarnar-sé.

Ho condiviso in alcuni post precedenti qualcuno degli ‘ attimi presenti’ della mia vita, della mia VERA META’NOIA’.

Dal buio in cui calarci nudi e totalmente affidati ad esso con la ‘vocazione a essere’; con la forza dirompente delle “domande buone e delle risposte giuste – che sono l’Amore – ” con la consapevolezza raggiunta dall’esserci guardati interiormente e riconosciuti nei nostri processi interiori e relazionali con noi stessi e col mondo – e quindi capaci di vedere ‘anche’ il povero che è in noi; con l’anima dissodata e pronta ad accogliere il seme; con la chiamata a Incarnar-sé e con la chiarezza dell’importanza della Congruenza e della Coerenza  del diventare ciò che siamo e per cui siamo, ci troviamo sulla Via che ci rende capaci di Incarnarci, di diventare noi stessi, di nascere e ri-nascere, di fare-essere-diventare Natale: noi insieme al Bambino che si pone ad ispirazione di un processo, di una struttura il cui contenuto è dato-costruito da noi stessi,  ognuno singolarmente, ognuno con la Nostra Irripetibile, Necessaria, Meravigliosa Vita-Incarnazione.

“Vi ammiro, voi cristiani, perché identificate Cristo con il povero e il povero con Cristo, e quando date del pane ad un povero sapete di darlo a Gesù. Ciò che mi è più difficile comprendere è la difficoltà che avete di riconoscere Gesù nel povero che è in voi. Quando avete fame di guarigione o di affetto, perché non lo volete riconoscere? Quando vi scoprite nudi, quando vi scoprite stranieri a voi stessi, quando vi ritrovate in prigione e malati, perché non sapete vedere questa fragilità come la persona di Gesù in voi? Accettare se stessi sembra molto semplice, ma le cose semplici sono sempre più difficili … L’arte di essere semplici è la più elevata, così come accettare se stessi è l’essenza del problema morale e il nocciolo di un’intera visione del mondo … Ospitando un mendicante, perdonando chi mi ha offeso, arrivando perfino ad amare un mio nemico nel nome di Cristo, do prova senza alcun dubbio di grande virtù … quel che faccio al più piccolo dei miei fratello l’ho fatto a Cristo!
Ma se io dovessi scoprire che il più piccolo di tutti, il più povero di tutti i mendicanti, il più sfacciato degli offensori, il nemico stesso è in me; che sono io stesso ad aver bisogno dell’elemosina della mia bontà, che io stesso sono il nemico d’amare, allora che cosa accadrebbe?
Di solito assistiamo in questo caso al rovesciamento della verità cristiana. Allora scompaiono amore e pazienza, allora insultiamo il fratello che è in noi, allora ci condanniamo e ci adiriamo contro noi stessi, ci nascondiamo agli occhi del mondo e neghiamo di aver mai conosciuto quel miserabile che è in noi.

E se fosse stato Dio stesso a presentarsi a noi sotto quella forma spregevole lo avremmo rinnegato mille volte prima del canto del gallo.”

Tutto questo scritto è in maggior parte copiato da altri che hanno conosciuto quel DAI’MON che io riconosco come un vero angelo non avversario.

UN DAI’MON CHE AMA PER PRIMO:

“NON SONO STATO IO AD AMARLO PER PRIMO E NON SO SE LO AMO VERAMENTE, MA DI CERTO E’ LUI CHE AMA ME.

MI HA FATTO VIVERE MOMENTI VISSUTI DA CHI HA CONOSCIUTO DI PERSONA GESU’ E ANCHE LA SOLITUDINE INTERIORE DI GESU’ STESSO, CHE PARLAVA CON IL SUO SE STESSO FUTURO IN FIGURA PATERNA, più per i suoi prossimi che per Lui stesso.

QUESTO E’ IL MIO DAI’MON, CHE CERCA ME.

UN DAI’MON SEMPRE PERDUTO DIETRO ME.

UN DAI’MON DAVVERO SFORTUNATO E INFELICE.

, MA

venerdì 1 settembre 2023

finANAL men TE


Il Mio Signore é diverso dal vostro.
Il mio non dà della cagna ad una donna perseguitata dal vostro dio.
Non bastona chi ha paura di perdere quel solo talento, dato peraltro da un dio duro che vuole mietere dove non ha seminato e raccogliere dove non ha sparso.
E che dire delle vergini che mentre tutte dormivano hanno sottratto olio alle altre?
Mi direte che il Signore È Sempre il SIGNORE e non CENE sono altri.
Si, è vero! Ma sta a voi comprendeli nel vostro tempo. Il Mio TEmPO' non è fissato.
È un TEMPO FUTURO di coLUI che VIENE in altre vesti, anzi NUDO!

Questo che dico non è merito mio ma di colui che mi ha fatto rivivere il vangelo, terra-terra. 
Di colui che ha perso il cielo per amore di chi lo perdona per quel ha fatto inizialmente su chi ha voluto che diventasse la SUA CARNE.