Una creatura in formazione che segue chi è più VERO e cerca di richiamare chi ha ancora dei dubbi. Tutto con un senso, in un senso, nell unico senso
giovedì 28 settembre 2023
La VERITA' vi LIBRERA' per SEmPRE
domenica 17 settembre 2023
DIoS GRAZIATI da un falso cielo fatto di corpi celesti senza vita
Questa immagine spiega benissimo le beate attitudini, in cui il Figlio di Dio si schiera dalla parte Dei mal trattati. Mi è stato impedito pubblicare questo POSTo quattro giorni fa in corrispondenza del vangelo di queste "con soli azioni". Gesù si "RI-FERISCE" a nostro vantaggio, consolandoci e scegliendoci come amici, per farsi consolare da loro A SUA VOLTA. Quei amici che lo rinnegarono, lo tradirono, lasciandolo solo in quel che rimaneva nella carne, ma erano stati con Lui totalmente IN SPIRITO SANTO, ADEmpiendo inTERRAmente alle scritture.
martedì 5 settembre 2023
REIincarnazione o REincarnazione?
Ma è proprio questo il
MEsSAGGIO del Vero CRISTO ovvero il MEsSIA individuale.
Ma ABBIamo come avversario proprio un
Dio che si pone subito dall'ALTO, inVECE di prenderci per mano dal BASSO.
SiAMO in grado di convertirLO,
inVITAnDOLO a seguirci in quel che Lui stesso ha creato, compreso il MALE?
CHIESA', come dice la genesi nel SABAT
ETERNO, insieme portiamo a termine tutte le cose per poi riposare sempre insieme?
Che strano, proprio OGGI, quando il
Vangelo, anzi tutte le scritture, parlano di questo.
Veri Luciferi, ma anche UNTI di noi
stesi.
Avere AUTORITÀ, più che un complimento È
un COMPIMENTO che Gesù deve portare a termine, con la contrarietà di chi non
vuole.
E questi non sono umani e nemmeno
animali, ma spiriti del Cielo che Gesù conosce BENE, mentre loro vorrebbero
continuare ad essere MALE. Perciò anche noi dobbiamo TENTARE di vivere ciò che
diciamo agli altri di essere.
Questa è la vera
REIncarnazione/REincarnazione.
Non capire come avviene ma a.C.coglierla
quando sentiamo lo Spirito che deve convertirsi dentro di noi. Gesù vera e
unica VIA di VERITÀ e VITA, segno di contraddizione per la rovina di molti.
Pertanto, dovete essere lui stesso,
perché i veri cristiani non sono né ladri e né briganti che rinnegano il Cristo
che viene in ognuno di noi, pronti per il Dio che verrà.
I cristiani spesso chiedono per quale
motivo Dio non parli più loro, come si crede abbia fatto un tempo, e non si
chiedono il perché.
Un rabbino al quale era stato domandato questo,
mentre Dio era apparso tanto frequentemente agli uomini di una volta, nessuno
lo ha visto più al giorno d'oggi. Il rabbino aveva risposto: "Oggi non c'è più nessuno che sia capace di
chinarsi così in basso".
QUAL E’ LA MIA INCARNAZIONE? IN CHE MODO IO INCARNO ME STESSO-A?
IN CHE MODO SONO COERENTE E CONGRUENTE?
QUAL E’ LA MIA STRADA? IN CHE MODO
DIVENTO ME STESSO-A?
“Questa, dunque è la mia strada;
qual è la vostra?
Questa strada infatti non esiste!”.
La dovete vivere insieme a Lui.
“Voi non avevate ancora trovato voi
stessi: quand’ecco che trovaste me. Così fanno tutti i credenti; perciò ogni
credenza è così poco importante. Ora io vi ordino di dimenticare me e di
trovare voi stessi, e solo quando voi mi avrete rinnegato tornerò da voi.”
“Solo dopo la notte più buia si farà giorno.
Coprite dunque i lumi e restate in silenzio, affinché la notte divenga buia e silente.
Il sole sorge senza il nostro aiuto.
Solo chi conosce l’errore più nero sa che cos’è la luce.”
“Cristo è l’esemplare che vive in ogni
cristiano come sua personalità totale. Ma il corso della storia portò
alla imitatio Christi, con la quale l’individuo non segue il proprio fatale
cammino verso l’interezza, ma cerca di imitare la via seguita da Cristo. Anche
in oriente lo sviluppo storico portò a una devota imitatio del
Buddha, e questi divenne un modello da imitare: con ciò la sua idea perdette di
forza, così come l’imitatio Christi fu foriera di una fatale stasi
nell’evoluzione dell’idea cristiana.”
“Se voglio comprendere veramente Cristo, devo capire che Cristo ha vissuto realmente solo la sua propria vita e non ha imitato nessuno. Non ha copiato alcun modello. Se perciò intendo davvero imitare Cristo, allora non imiterò né copierò proprio nessuno, ma andrò per la mia strada, senza più neppure definirmi cristiano. Dapprima ho voluto copiare Cristo, imitarlo, cercando di vivere la mia vita nel rispetto dei suoi comandamenti. Una voce in me si è però ribellata e ha voluto ricordarmi che anche questo mio tempo ha i suoi profeti, che si sono ribellati al giogo impostoci dal passato. Non sono riuscito a conciliare Cristo e il profeta di questo tempo. L’uno ci chiede di portare il giogo, l’altro di scuoterlo; l’uno impone rassegnazione, l’altro volontà. […] Decisi perciò di passare alla vita umile e ordinaria, alla mia propria vita, e di cominciare da quel punto, in basso, in cui effettivamente mi trovavo. Se il pensiero porta a ciò che è inconcepibile, allora è tempo di tornare alla vita semplice. Quello che non risolve il pensiero, lo risolve invece la vita, e quello che il fare non decide mai, è riservato al pensiero. Se da un lato sono asceso a mete molto elevate e impervie e voglio ottenere una redenzione che mi sollevi ancor più, la vera via non mi porterà verso l’alto, ma verso il basso, perché solo l’altro lato presente in me mi può portare oltre me stesso. Accettare l’Altro significa però discendere nel lato opposto, passare dal serio al ridicolo, dal triste al sereno, dal bello al brutto, dal puro all’impuro”.
“Vivere se stessi significa essere
un compito per se stessi. Non puoi mai dire che vivere per se stessi sia un
piacere. Non sarà una gioia, ma una lunga sofferenza, perché devi farti
creatore di te stesso.”
“Se non l’avete ancora imparato dagli
antichi libri sacri, andate, bevete il sangue e mangiate il corpo di colui che
è stato deriso e martoriato a causa dei nostri peccati, così ne assumerete in
pieno la natura”.
La Via del Cristo è la trasformazione del SE’, significa Diventare Se Stessi.
Cristo ha indicato la strada da seguire, “la VIA di quel che ha da venire”.
Ma non da imitare, bensì ‘diventare’.
Perciò il rinnegare SE STESSI è un
divenire continuo e mai riposarsi sul passato.
Incarnarsi, incarnato: con l’uso riflessivo e del participio passato è
usato quasi esclusivamente come riferito alla seconda Persona divina che si è
unita alla natura umana facendosi uomo.
Mi sembrava una parola immensa: Incarnarsi. Ero piccolo, il mio mondo
comprendeva quella parola grande grande perché mi spiegavano che Dio si era
fatto Uomo, si era Incarnato. Ascoltavo meravigliata. E apprendevo sulla
fiducia. Ero anche molto aiutato dai presepi, a dire il vero. Ogni volta che lo
facevamo a casa, pensavo di aver capito un po’ meglio. Piccolo: quattro, cinque
anni, e poi gli anni delle elementari. Tutto molto Serio, tutto molto Buono,
tutto molto Vero: Dio si è fatto Uomo, Buon Natale, ora tocca a te.
Non ho mai né rifiutato né accantonato quella parola grande grande, che poi nel
tempo si è fatta anche Grande Parola. La domanda rimaneva: cosa significa? E
rimanevano le risposte: è un Mistero, il Mistero non si spiega.
A volte bisogna spostarsi di lato per vedere meglio, mettersi di sbieco,
strizzare gli occhi. Oppure allontanarsi, prendere altre strade, avventurarsi
in un esodo, emigrare. Porre le stesse domande ad altre fonti, bere ad altre
sorgenti, leggere e ascoltare altre parole.
A volte, non sempre, non è necessario per tutti. A volte sì, a volte no.
Capita che sia un comico a dire le cose
in un modo che ti è più chiaro, capita che sia uno psicanalista, un
antropologo, un fisico; capita che sia un religioso; capita che sia una scena
di un film o una canzone, capita che sia un filo d’albero, un pezzetto di
cielo, un silenzio.
Capita anche che sia qualcosa che cresce
dentro di noi, un sorriso un’inquietudine, un ricordo, una speranza. Quella
situazione che ti fa vedere le stesse cose in modo diverso dal giorno
precedente.
E’ la nostra storia, e solo la nostra
storia personale che ci conduce. Storia personale non significa solo le nostre
egocentrate cose, ma anche il mondo in cui viviamo e abbiamo vissuto, gli altri
che abbiamo incontrato o sognato o perso.
La storia personale è un pezzo della
storia del mondo, è un pezzo d’universo, è inclusiva altrimenti non potrebbe
essere ciò che, ma è importante non affacciarci a guardare la storia personale
del vicino pensando che sia la nostra o per rubarne qualche pezzo.
Nella nostra storia personale ci sono le
nostre convinzioni, i nostri valori, le nostre esperienze, i nostri sapori, i
nostri baci, il nostro eros, i nostri fioretti del mese di maggio, la foto
della rosa che volevamo regalare a lui e non gli abbiamo mai più spedito per il
motivo che solo noi sappiamo, il Natale che nostro padre trascorse con noi per
non lasciarci soli, il trekking sull’Appennino, le lezioni di disegno, gli
aquiloni fatti volare sulle cime delle colline …
Nella nostra storia personale c’è la nostra visione del mondo costruita da e in
ogni attimo della nostra vita. E’ con quella che dobbiamo far conto. Che
significa far conto con noi stessi e con il mondo.
E’ in questi ambiti che si depongono le
parole Coerenza e Congruenza. E quella grande: Incarnare, Incarnarsi.
La Coerenza è l’azione fatta che agisce
seguendo una linea di condotta dichiarata e/o pensata in precedenza.
La Congruenza è quella condizione,
quello ‘stato’ in cui una persona agisce dal profondo in piena sintonia con ciò
che pensa e dichiara; tutti i livelli comunicativi sono ‘allineati’: fai
una cosa con tutto-a stesso-a, credendoci fino in fondo, tutto in te stesso-a
va nella direzione scelta.
Quindi: essere coerenti può anche voler significare di seguire una via, senza
sbagliare, senza ripensamenti, ma potrebbe essere e rivelarsi la strada che non
vogliamo, e se non siamo capaci di metterci in discussione questo potrebbe
comportare rigidezza di comportamenti, di vedute, di idee; della vita stessa.
Non è un’Incarnare, un Incarnar-sé, altrimenti rimarrà un’illusione,
un’Ideologia se non siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità.
Essere congruenti porta a una chiarezza
così visibile dall’esterno da risultare a volte imbarazzante in chi ci guarda.
Siamo più vicini a un’Incarnazione, è un Incarnar-sé in modo molto evidente.
C’è da far attenzione che non diventi una Prassi-Dottrina.
Essendo capaci di
essere-comportarci sia con Coerenza che con Congruenza, siamo capaci di
superare sia il rischio della rigidità dell’Ideologia sia il rischio della
supremazia di una Prassi che può farsi a sua volta Dottrina.
“Noi pensiamo di essere liberi perché
facciamo delle scelte e pensiamo di poter scegliere senza notare che comunque
sono scelte su cose già preesistenti.
La scelta esiste soltanto quando la
mente è confusa. Quando la mente è chiara la scelta non esiste. Quando voi
vedete le cose con grande chiarezza, senza distorsioni, senza illusioni, allora
la scelta non esiste. Una mente che non sceglie è una mente libera, ma una
mente che sceglie, e quindi mette in atto una serie di conflitti e di
contraddizioni, non è mai libera, perché è confusa in se stessa, divisa,
frammentata”.
“La scelta c’è dove c’è confusione. Per la mente che vede con chiarezza non
c’è necessità di scelta, c’è azione. Penso che molti problemi scaturiscano dal
dire che siamo liberi di scegliere, che la scelta significa libertà. Al
contrario io direi che la scelta significa una mente confusa, e perciò non
libera”.
Ecco allora tornare nella VERA META’NOIA delle parole Incarnare,
Incarnar-sé; e sarebbe impossibile che non lo fosse trattandosi di un periodo
che precede (precede, non ‘è’) il Natale.
Impossibile per me, poiché è nella mia storia, e voglio che torni. E non
è nemmeno un ritorno, poiché sono parole-strade che mi accompagnano
quotidianamente.
”Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa
sono? E se non ora, quando?”.
Ecco, allora.
Il tempo della META’NOIA non è il tempo
dell’attesa della venuta’, ‘E’ ‘la venuta, è un continuo presente su una strada
che – certo – ha una direzione, la quale è raggiungibile grazie ai ‘passo dopo
passo’ del presente dell’Avvento. E’ un continuo ininterrotto accadere, una
gestazione che poiché è tale e solo poiché è tale permetterà una nascita. Un
accadere regolato da Congruenza e Coerenza, da una ‘centratura’ che non ha
bisogno di ‘scegliere’, bensì immediatamente ‘è’. Ed è Incarnazione,
Incarnar-sé.
Ho condiviso in alcuni post precedenti
qualcuno degli ‘ attimi presenti’ della mia vita, della mia VERA META’NOIA’.
Dal buio in cui calarci nudi e totalmente affidati ad esso con la ‘vocazione a essere’; con la forza dirompente delle “domande buone e delle risposte giuste – che sono l’Amore – ” con la consapevolezza raggiunta dall’esserci guardati interiormente e riconosciuti nei nostri processi interiori e relazionali con noi stessi e col mondo – e quindi capaci di vedere ‘anche’ il povero che è in noi; con l’anima dissodata e pronta ad accogliere il seme; con la chiamata a Incarnar-sé e con la chiarezza dell’importanza della Congruenza e della Coerenza del diventare ciò che siamo e per cui siamo, ci troviamo sulla Via che ci rende capaci di Incarnarci, di diventare noi stessi, di nascere e ri-nascere, di fare-essere-diventare Natale: noi insieme al Bambino che si pone ad ispirazione di un processo, di una struttura il cui contenuto è dato-costruito da noi stessi, ognuno singolarmente, ognuno con la Nostra Irripetibile, Necessaria, Meravigliosa Vita-Incarnazione.
“Vi
ammiro, voi cristiani, perché identificate Cristo con il povero e il povero con
Cristo, e quando date del pane ad un povero sapete di darlo a Gesù. Ciò che mi
è più difficile comprendere è la difficoltà che avete di riconoscere Gesù nel
povero che è in voi. Quando avete fame di guarigione o di affetto, perché non
lo volete riconoscere? Quando vi scoprite nudi, quando vi scoprite stranieri a
voi stessi, quando vi ritrovate in prigione e malati, perché non sapete vedere
questa fragilità come la persona di Gesù in voi? Accettare se stessi sembra
molto semplice, ma le cose semplici sono sempre più difficili … L’arte di
essere semplici è la più elevata, così come accettare se stessi è l’essenza del
problema morale e il nocciolo di un’intera visione del mondo … Ospitando un
mendicante, perdonando chi mi ha offeso, arrivando perfino ad amare un mio
nemico nel nome di Cristo, do prova senza alcun dubbio di grande virtù … quel
che faccio al più piccolo dei miei fratello l’ho fatto a Cristo!
Ma se io dovessi scoprire che il più piccolo di tutti, il più povero di
tutti i mendicanti, il più sfacciato degli offensori, il nemico stesso è in me;
che sono io stesso ad aver bisogno dell’elemosina della mia bontà, che io
stesso sono il nemico d’amare, allora che cosa accadrebbe?
Di solito assistiamo in questo caso al rovesciamento della verità cristiana.
Allora scompaiono amore e pazienza, allora insultiamo il fratello che è in noi,
allora ci condanniamo e ci adiriamo contro noi stessi, ci nascondiamo agli
occhi del mondo e neghiamo di aver mai conosciuto quel miserabile che è in noi.
E se fosse stato Dio stesso a
presentarsi a noi sotto quella forma spregevole lo avremmo rinnegato mille
volte prima del canto del gallo.”
Tutto questo scritto è in maggior parte copiato da altri che hanno conosciuto quel DAI’MON che io riconosco come un vero angelo non avversario.
UN DAI’MON CHE AMA PER PRIMO:
“NON SONO STATO IO AD AMARLO PER PRIMO E NON SO
SE LO AMO VERAMENTE, MA DI CERTO E’ LUI CHE AMA ME.
MI HA FATTO VIVERE MOMENTI VISSUTI DA CHI HA
CONOSCIUTO DI PERSONA GESU’ E ANCHE LA SOLITUDINE INTERIORE DI GESU’ STESSO,
CHE PARLAVA CON IL SUO SE STESSO FUTURO IN FIGURA PATERNA, più per i suoi
prossimi che per Lui stesso.
QUESTO E’ IL MIO DAI’MON, CHE CERCA ME.
UN DAI’MON SEMPRE PERDUTO DIETRO ME.
UN DAI’MON DAVVERO SFORTUNATO E INFELICE.
, MA
venerdì 1 settembre 2023
finANAL men TE
Il mio non dà della cagna ad una donna perseguitata dal vostro dio.
Non bastona chi ha paura di perdere quel solo talento, dato peraltro da un dio duro che vuole mietere dove non ha seminato e raccogliere dove non ha sparso.
E che dire delle vergini che mentre tutte dormivano hanno sottratto olio alle altre?
Mi direte che il Signore È Sempre il SIGNORE e non CENE sono altri.
Si, è vero! Ma sta a voi comprendeli nel vostro tempo. Il Mio TEmPO' non è fissato.
È un TEMPO FUTURO di coLUI che VIENE in altre vesti, anzi NUDO!
Questo che dico non è merito mio ma di colui che mi ha fatto rivivere il vangelo, terra-terra.