SolTANTO con la CON-TEmplAZIONE si riesce a CAPIRE la proFONDItà dell'AVVENTO in quello che sta ... a.C.cadendo.
Le SCRITTURE ci aiutano a capire e per questo viene riPORTATO la dicitura ... SECONDO le SCRITTURE.
Una mangiatoia come luogo esterno. Un bambino di CARNE che, imPADRONEnDOSI delle "SOfFERENZE DEI" geni-TORI carnali e SPIRITUALI, ci CHIAMA a rendere UNO anche la TERRA con il CIELO.
NesSUN apPARAto esTERioRE, nesSUNa CONsiderAZIONE, per gli altri tutto è INDIfFERENTE. Solo alcuni pasSANTI, forSE per alcUNI eMARGINAti come LORO si sentono CHIaMATI.
E tutto questo è voluto scEGLIendo COSE semplici come la POVERTA' in SPIRITO, quel sentirsi NUDI rispetto a CHI viene PUNITO come LORO nonostante sia un DIO. Un DIO riBELLE per aMORE, SOLO per Amore.
Ha disPREZZATO la CONsiDErAZIONE di chi si sENTE DEo in terra, a vantaggio di CHI VUOLE con LUI in CIELO. Quale CIELO?
Permettetemi questa "battuta": "Come un BAMBINO che guarda figurine (santini?) dalle mani di un altro "bambino e dice: "CiE L'hO, ... CIELO' ".
NesSUN apPARATO, nesSUNo splendORE esteriORE.
SOLO VITA QUOTIDIANA.
EpPURE EGLI E' coLUI che ci cAMBIa per SEMpre.
Lo SPIRITO che VIENE per conDIVIDERE la CARNE in cAMBIo del SUO SPIRITO da SANTIFICARE come il NOME STESSO in ONORE di CHI viene CHIAMATO per NOME solo per diSTINGUErLI' tra i FIGLI.
UNA LUCE riVESTITA di un corpo di CARNE.
Egli si trova nel mondo che egli stesso continuamente crea, ma vi è nascosto. Perché vuole apparirci solo di nascosto?
Egli fino ad allora era COME un RE in esilio, uno straniero senza città, uno CACCIATO dalla SUA REGIA e regìa.
Ed eccolo che fa ritorno alla sua di...MORA. Perché la terra, prima di essere la terra degli uomini, è la terra di Dio ... dove passeggiava con adAMO. E, ritornando, ritrova questa terra creata da lui e i suoi AMICI e la SUA SPOSA.
"Dio si è fatto portatore di carne perché l’uomo possa divenire portatore di Spirito” ... conDIVIDEndo il SUO SANTO SPIRITO.
“Il SUO a...MORE per me ha umiliato la SUA grandezza per rendere GRANDE il PIU' piccolo DEI Cieli.
Si è fatto simile a me perché io lo accolga.
Si è fatto simile a me perché io lo rivesta.
Per capire, io devo ascoltare LUI che mi dice:
“Per toccarmi, lasciate le vostre LAME;
per vedermi, lasciate i vostri sistemi VISIvi;
per sentirmi, non prendete strumenti di pRECISIONE;
per leggermi, lasciate la cRITIca;
per gustarmi, lasciate la vostra SENSIbilità".
SENZA di LUI io posso SOLO riTORNARE niENTE ... per credeRE e per questo ... adoRATE.
L’INIca VERItà E' che la SUA STESSA CARNE può divenire allORA culla della SUA PAROLA E TERNA.
RispondiElimina“Nessuno ti chiamerà più ABBA'nDONATA, ...ma tu sarai chiamata Mio ComPIACImento”. Per mezzo del silenzio in cui avvolge l’avvenimento del quale è stata protagonista, OGNI ANIMA E' la diMORA della preSENZA di Dio.
Il Verbo cerca in lei diMORA.
In LEI ogni uomo si vede chiamato allo stesso destino: divenire diMORA del FIGLIO, del Verbo non più silenzioso. Perché, se è vero che Dio ha creato la natura umana solamente per ricevere da essa la madre di cui egli aveva bisogno per nascere, ogni uomo è chiamato, attraverso l’accoglienza silenziosa del Verbo, a diventare tempio del Verbo, “Basilica del silenzio del PADRE e della PAROLA del FIGLIO”, per completare l'ESSERE TRIno.
C’è forse COMUNI-ONE più completa, più perfetta del lasciare all’uomo la possibilità di dividere la vita stessa di Dio? Nel Verbo che si è fatto carne, nell'ANIMA di CARNE, l’uomo trova l’adozione come figlio. Dio non è più un essere lontano, egli diventa suo padre e sua madre. Dio non è più un essere lontano, egli diventa suo fratello.
“Come l’uomo potrebbe andare a Dio, se Dio non fosse venuto all’uomo? Come l’uomo si libererebbe della sua nascita mortale, se non fosse ricreato da una nuova nascita donata generosamente da Dio, grazie a quella che avvenne nel grembo della Vergine MADRE di SEMPRE: l'ANIMA di DIO”.
È per la deificazione dell’uomo che il Verbo si è fatto carne, affinché l’uomo, essendo “adottato”, diventasse figlio di Dio: “Affinché l’essere mortale fosse assorbito e noi fossimo così adottati e diventassimo figli di Dio”.
L’uomo assume allora la sua vera dimensione, perché non è veramente uomo se non in Dio. E c’è forse una presenza in Dio più forte della figliazione divina?
Proprio ora, il re in esilio rimette piede sulla terra preparata per lui e, nello stesso tempo, l’uomo ritrova il suo “posto”, la sua vera casa, la sua vera terra: DIO.
“Anch’io proclamerò le grandezze di questa presenza: il Verbo si fa carne... È Gesù Cristo, sempre lo stesso, ieri, oggi e nei secoli che verranno... Miracolo, non della creazione, ma della ri-creazione... Perché questa festa è il mio compimento, il mio ritorno allo stato originario... Venera questa ANIMA come una grotta, stalla per animali, CULLA per il SIGNORE: grazie ad essa, tu, privo di sensi, sei nutrito dal senso divino, il Verbo divino stesso”.