mercoledì 30 agosto 2017

il .adrone VIENE c'OME un .ADRONE



  I due discepoli di Giovanni, «sentendolo parlare», «seguirono» (êkolouthêsan) Gesù (v. 37). Il verbo «seguire» è quello normalmente usato per indicare l’atteggiamento dei discepoli nei confronti del maestro. I due sentono parlare Giovanni e seguono Gesù: Il verbo all’aoristo indica una decisione definitiva, che i due non metteranno più in questione. A prima vista sono loro che, indirizzati da Giovanni, prendono la decisione di mettersi al seguito di Gesù. Invece non è così: è Gesù che, quando si accorge che essi lo seguono, si rivolge a loro chiedendo: «Che cercate?». Essi sono dunque, sebbene lo seguano, sono ancora in cerca di qualcosa che non possiedono. È Gesù per primo che stabilisce con loro un rapporto personale. Alla domanda di Gesù rispondono con una contro-domanda: «Maestro, dove abiti (meneis, rimani)?» (v. 38). Essi dimostrano così di sapere che Gesù è il vero Maestro (e l’evangelista lo sottolinea dando il termine in ebraico e traducendolo poi in greco) e sanno che quanto cercano può essere conferito solo da lui.

La risposta di Gesù è molto significativa: «Venite e vedrete». è Gesù che li invita ad andare da lui affinché possano «vedere». Il verbo «venite» indica espressamente la chiamata (cfr. Mc 10,21). Il verbo «vedrete», alla luce specialmente del prologo (cfr. 1,14: «e noi vedemmo la sua gloria») e della guarigione del cieco nato (cfr. Gv 9,39-41), allude a qualcosa di più del vedere in senso materiale: esso indica un incontro, un coinvolgimento personale, che caratterizza il conseguimento della salvezza. In queste due parole è contenuto il senso profondo della loro vocazione. L’evangelista conclude bruscamente il dialogo dicendo che i due andarono e videro il luogo in cui Gesù abitava e si fermarono da lui quel giorno (v. 39). In realtà si fermano con lui solo poche ore, perché l’evangelista nota che erano già «l’ora decima», cioè le quattro del pomeriggio.

domenica 20 agosto 2017

l'a.C.ANNA nea CHIeSA' dove TOCCARLO



Che ho da fare con te, oc'A.NA? Non è ancORA GIU'nta lami a-ORO.
"cREDIMI, oc'A.NA, è 'GIUNTO' il moMENTO in cui né su questo POSTo, né in alTRE PIATTAforme ADEoreRETE il pA.D.-RE. Voi ado-rate quel che non ConoSCEte, IO A.D.ORO quello che CONOsco, perché la sALVEzza VIene dai GIU'STI'DEI. Ma è GIU'unto il moMENTO, edE'n QUA-STO, in cui i V°eri A.D.ORA-TORI ADEorerANNO il pA.D.-RE in QUEL che in VERITA' E'; PERché il pA.D.-RE cerca tali A.D.ORA-TORI. LUI E' SPIRITO SOLO il FIGLIO inCARNATO PUO' RA-FIGURArlo A VERA imMAGIne e SOMIgliANZA".

sabato 5 agosto 2017

CHI VIDE RA' TUTTE le c'OSE c'OME anDARONO se non la STESSA PERSOna 'torNATA' DEI mORTI?

A.D: eRODE GIU'nSE noTIZIO di un CERTO GE-SU', di quello che DIC'EVA. Egli disse ai suoi CORTIgiANI: «Costui è coLUI che IO ho SALVATO dalle GRINFIE delle RE-GINA, che, TRE-MITE la figlia, VOLEVA ELI'minare il SUO CAPO».
InFATTI, il TEtrARCA avEVA FATTO arRESTA-RE, inCATENA-RE e GETTA-RE in PRE-GIONA coLUI che dicEVA: «NOTI è LEI-CITO TEnere CHI vuole SOLO il TUO REgno!». Essa ERA moglie di suo fraTEllo, AMANTE DEI CAVAlli. 
Il RE AVEva pAURA delle FOLLI perché lo conSIDER'AVA un PRO-FETO dell'ALTISSIMO.
Quando eRODE COMPI' gli ANNI della SUA VITA, la figlia della 'COGNATA' d'ANZI' in pubblico per LUI e PIa.C.QUA tANTo a eRODE che gli le proMISEr con GIU'raMENTO di DARle quello che aVESSE CHIeSTO'. Ella, 'ISTIGATA' DALLA MATER, disse: «DAmMI qui, su un VASOsIO, 'IL CAPO' di quel PRO-FETO».
Il TEtrARCA si RAtTRI-STO', AMOtivo del GIU'-RA-MENTO e DEI CON-ME-SALI e 'ORDINO'' quelCHE AVE'EVA PRO-MESSA e MAN-DO' a diVIDE-RE il CAPO dal PRO-FETO in PRE-GIONA. Il SUO CAPO VENNE ... SU UN VASO-IO di arGENTE, 'FU-DATA' alla FAN-CIULLA 'CHELA' PORTA a SUA MATER.
I SUOI, inVECE, si PRE-SENTARONO a PREnDARE il RESTO CAd'AVERE e lo SEPPEllirono inFORMAnDO' GE-SU', che SI RI-VESTI con un altra CAPIgliatURa.


venerdì 4 agosto 2017

tANTE e tANTI in UNA COPPIA SIMILE e SOMIGLIANTE A.D. un DIO che CRESCE inSEIme a NOI.


La TERRA è il LUOGO in CUI VENGONO le ANIME, anche inDIETROeggiando per VIVERE TUTTE le VITE possibili, per DIVENTARE DEGNE di ESSERE MADRI di TUTTI gli SPIRITI che le HANNO ABITATE ... in UN UNICA ANIMA con UNICO SPIRITO.