mercoledì 31 ottobre 2012

Il PrimoGENIto E' COLUI che afferra il calcagno del PrimoNASCITURO

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».




martedì 30 ottobre 2012

LA VERA E PERFETTA LETIZIA

QUALE E' LA VERA LETIZIA?

“Viene un messo e dice che tutti i maestri sono entrati nell’Ordine",
scrivinon è vera letizia.
"Cosi pure che sono entrati nell’Ordine tutti i prelati, arcivescovi e vescovi, non solo, ma perfino il Re di questa nazione e il Re di quell'altra nazione";
scrivinon è vera letizia.
"E se ti giunge ancora notizia che i miei fratellii sono andati tra gli amici e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che IO ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli";
ebbene io ti dico:
in tutte queste cose non è la vera letizia”.

Ma QUALE E' LA VERA LETIZIA?

“Ecco, IO TORNO e, a notte profonda, giungo QUI, ed è un inverno fangoso e così rigido che, alI’estremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un fratello e chiede: “Chi è?”.
IO rispondo: “SONO IO, tuo PADRE”.
E quegli dice:
Vattene, non è ora decente questa, di andare in giro, non entrerai”. 
E poiché io insisto ancora, I’altro risponde:
Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”.
E io sempre resto davanti alla porta e dico:
Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”.
E quegli risponde:
Non lo farò. Vattene al luogo dei CrociFISSI e chiedi là”.

"Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima”.
 
Fratelli, nel TI.MORE di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo (nostro fratello). E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti IN TUTTO.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha DATO SE STESSO per lei, per RENDERLA SANTA, PURIficandola con il lavacro dell’acqua MEDIANTE la PAROLA, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma SANTA e IMMACOLATA. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.
Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. QUESTO MISTERO E' GRANDE e viene sVELATO e riVELATO a CHI E' DEGNO di VIVERLO: io lo dico in riferimento a Cristo e alla SUA SPOSA: La Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.

lunedì 29 ottobre 2012

SI xDONA quando SI comPRENDE!

Fratelli, siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio.
Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene.
Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina.

In queSTO' tempo, inSEGNADO nel TEMPIO nell'ULTIMO GIORNO: C’E' UNA DONNA che "uno spirito" teneva inferma nella MINIMA ETA'; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Basterebbe VEDERLA, CHIAMARLA a sé e DIRLE: «Donna, sei liberata dalla tua MALA-tia». ABBRACCIANDOLA. drizzarla a SE e RENDENDO GRAZIE a DIO.
All'ORA sentirete il CAPO  sdegnarsi e ricordare che c'è altro tempo per operare, dimenticandosi che potrebbero ESSERE già PASSATI.
Ma SENTIRETE il SIGNORE ... replicare: «Ipocriti (perchè il capo non è UNO), non è forse vero che, in ogni momento, ciascuno di voi cerca di slegarsi per, al meno, nutrirsi ... dissetarsi? E questa MADRE, che il DIO di questo mondo ha tenuto prigioniera fino alla MAGGIORE età, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di SUO FIGLIO?».
ORA no serve vergognarsi, mentre gli ALTRI si meravigliano di LUI, adesso PADRE nei SECOLI DEI secoli.


domenica 28 ottobre 2012

L'A MORxTE X LAVI TA XN o xdIo E' iN TE!

Voi tutti vi scandalizzate per me e la mia causa, ma dimenticate che sta scritto IN FATTI:
"Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge"
CHI VI sPIEGHERA' il TUTTO? ... se non Colui che E' stato GIUSTIZIATO per questo!
Ma PER QUESTO HA VINTO!


COME avere le SUE CHIAVI?
E avendole COME trovare la PORTA.

COME trovare la PORTA?
E trovata COME usare le SUE CHIAVI?

Non sapete che VOI SIETE un POSTo TERRIbile?
CASA di DIO e PORTA DEI Cieli?

CercaTE il CUSTODE!
Vi devo DIRE TUTTO?

MA è stato detto TUTTO!
Cosa HAI fatto quando penSAVI di essere vivo?
E ORA che siete MORTI chi, morendo, potrà darti le CHIAVE se non lo HAI seguito in VITA?

IO non posso far nulla per conVINCERE il CUSTODE anche se sono ANCORA dalla PARTE vostra.

Io conduco tutti a LUI ma sarete voi a VINCERLO in VERITA' e GIUSTIZIA sul PECCATO stesso D'IO.

ECCO le CHIAVI:

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perchè saranno perseguitati per causa adESSA, essendo figli di Dio e GOVERNANTI del Regno dei Cieli.
Matteo 5,20

Matteo 3,15; 11,18-19; 6,33; 21,32.
Luca 1,68-79; 7,28-34; 11,42; 18,7-8.

Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto.
Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia ai MORTI.
Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce.
La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno i MORTI.

IO VI HO PRE-CEDUTO, VI PRE-CEDO e VI PRE-CEDERO' ... PER SEMPRE.
Questa è la MIA ALLEANZA ETERNA.


sabato 27 ottobre 2012

E' SEMPRE LUI ... la CAUSA del TUTTO.

«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’ESATTORE dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli.

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Fratelli, a ciascuno di noi, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «ASCESO IN ALTO, HA PORTATO CON SE PRIGIONIERI, ha distribuito doni agli uomini».
Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore. Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità.

giovedì 25 ottobre 2012

Il PRINCI PIO FINO alla FINE.

Dio onnipotente ed eterno, crea in noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...


«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra,
e quanto vorrei che fosse già acceso!
Ho un battesimo nel quale sarò battezzato,
e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra?
No, io vi dico, ma divisione.
D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone,
saranno divisi tre contro due e due contro tre;
si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre,
 madre contro figlia e figlia contro madre, s
uocera contro nuora e nuora contro suocera».

O con me o CONTRO di ME

mercoledì 24 ottobre 2012

PER COSE ... PERCOSSE?

Io t’invoco, mio Dio: DAMMI RISPOSTA, rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore, come la pupilla degli occhi, proteggimi all’ombra delle tue ali. 
 

Il mistero di Cristo è stato manifestato: le genti sono chiamate a condividere la stessa eredità

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui vi ho già scritto brevemente. Leggendo ciò che ho scritto, potete rendervi conto della comprensione che io ho del mistero di Cristo.
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo, del quale io sono divenuto ministro secondo il dono della grazia di Dio, che mi è stata concessa secondo l’efficacia della sua potenza.
A me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui.


A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

martedì 23 ottobre 2012

Vi lascio la pace, VI DO la MIA PACE.

Fratelli, ricordatevi che in quel tempo eravate senza lo SPIRITO SANTO, SENZA ANIMA, estranei ai patti della promessa NON di CARNE, nè di SANGUE, senza speranza e senza EREDITA' nel mondo. Ora invece, in LUI, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al SANGUE dello SPIRITO SANTO INCARNATO.
Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che LI divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini.Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso CRISTO del Padre. In LUI tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello SPIRITO.

«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».


Lo SPOSO E' arRIVAto ... ma non ancora VENUTO.

lunedì 22 ottobre 2012

LIBERATI DA l'amore

Fratelli, DICO A VOI TUTTI!
Eravamo morti per le colpe GENItoriALI e i peccati FAmiliari, nei quali un tempo vivevano, alla maniera di questo mondo ANIMA...lì, seguendo il principe delle Potenze dell’aria, quello SPIRITO che ora opera negli uomini ribelli alla VERITA'. Anche tutti noi, come loro, un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi: eravamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri.
Ma Dio PADRE,  ricco di CARITA' per la grande miseriCORdia con la quale ci ha VOLUTI, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con CRISTO: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».



venerdì 19 ottobre 2012

I VERI AMICI vengono SEMPRE malTRATTATI

Qualcuno incomincia a dire: "SIAMO TROPPI sulla faccia della terra e non c'è più lavoro e cibo per tutti".
Questo qualcuno potrebbe ESSERE grasso o ... ricco?
Eppure E' magro e povero!
In poche PAROLE, il suo INTENTO è ben altro.

«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, AMICI miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: TEMETE COLUI CHE , dopo aver ucciso, H APOTERE DI GETTARE nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

FRATELLI, in Cristo siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il VAngelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

mercoledì 17 ottobre 2012

Vi FARO' ... PIA...nCERE


DALLE  RIsate ... per tutte le lacrime per me verSATE.

GESU’ che educa la SUA eredità come il Padre

PREMIO e CASTIGO per il superamento delle prove in questo Mondo, passando per i doveri verso lo stato, la società e SOPRA di TUTTO VERSO il PROSSIMO TUO, DIO: Padre, Figlio e Spirito Santo:


Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta, per gioire di lui alla fine.
Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico, mentre davanti agli amici potrà gioire.
Muore il padre? È come se non morisse, perché lascia un suo simile dopo di sé.
Durante la vita egli gioiva nel contemplarlo, in punto di morte non prova dolore.
Di fronte ai nemici lascia un vendicatore, per gli amici uno che sa ricompensarli.
Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite, a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
Un cavallo non domato diventa restio, un figlio lasciato a se stesso diventa sventato.
Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento, scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
Non ridere con lui per non doverti con lui rattristare, che non debba digrignare i denti alla fine.
Non concedergli libertà in gioventù, non prendere alla leggera i suoi difetti.
Piegagli il collo in gioventù e battigli le costole finché è fanciullo, perché poi intestardito non ti disobbedisca e tu ne abbia un profondo dolore.
Educa tuo figlio e prenditi cura di lui, così non dovrai affrontare la sua insolenza.
Meglio un povero di aspetto sano e forte che un ricco malato nel suo corpo.
Salute e vigore valgono più di tutto l'oro, un corpo robusto più di un'immensa fortuna. Non c'è ricchezza migliore della salute del corpo e non c'è contentezza al di sopra della gioia del cuore.
Meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno che una malattia cronica.
Leccornìe versate su una bocca chiusa tali le offerte cibarie poste su una tomba.
A che serve all'idolo l'offerta di frutti?
Esso non mangia né sente il profumo; così è il perseguitato dal Signore.
Osserva con gli occhi e sospira, come un eunuco che abbraccia una vergine e sospira. Non abbandonarti alla tristezza, non tormentarti con i tuoi pensieri.
La gioia del cuore è vita per l'uomo, l'allegria di un uomo è lunga vita.
Distrai la tua anima, consola il tuo cuore, tieni lontana la malinconia.
La malinconia ha rovinato molti, da essa non si ricava nulla di buono.
Gelosia e ira accorciano i giorni, la preoccupazione anticipa la vecchiaia.
Un cuore sereno è anche felice davanti ai cibi, quello che mangia egli gusta.



 

Dal Libro del Siracide (greco: Σοφία Σειράχ, sofía seirách, "sapienza di Sirach"; latino: Siracides), un testo contenuto nella SOLA Bibbia Cristiana (Settanta e Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica. Come ad altri libri è considerato ispirato nella tradizione cattolica e ortodossa, mentre la tradizione protestante lo considera apocrifo.
È stato scritto originariamente in ebraico a Gerusalemme da "GESU’, figlio di Sirach", poi tradotto in greco dal nipote poco dopo il 132 a.C. Rappresenta l'unico testo dell'Antico Testamento del quale è possibile identificare con certezza l'autore: Yehoshua ben Sira (tradotto "Gesù figlio di Sirach", da qui il nome del libro "Siracide"), era un giudeo di Gerusalemme; avrebbe scritto il libro circa nel 196 a.C. – 175 a.C.
È composto da 51 capitoli con vari detti di genere sapienziale, sintesi della religione ebraica tradizionale e della sapienza comune.
Il nome Siracide ha un chiaro riferimento all'autore, ma l’altro nome attribuito: Ecclesiastico deriva dal latino ecclesia (assemblea) e si riferisce all'uso che si faceva di questo libro nelle prime assemblee cristiane. Il nome gli fu dato da San Cipriano di Cartagine nel III secolo in quanto lo utilizzava molto durante la predicazione per il suo contenuto morale.

lunedì 15 ottobre 2012

SEMPRE c/x MESSO del CUSTODE.

Una eccezione o uno sgarro alle PAROLE:
Immagine/VIDEO che non dice nulla se non si COMPRENDONO le PAROLE.
 

CHI comPRENDE ... gli ApPARTIene

Fratelli, sta scritto che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma il figlio della schiava è nato secondo la carne; il figlio della donna libera, in virtù della promessa.
Ora, queste cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due alleanze. Una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, è rappresentata da Agar. Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la madre di tutti noi. Sta scritto infatti:
«Rallégrati, sterile, tu che non partorisci, grida di gioia, tu che non conosci i dolori del parto, perché molti sono i figli dell’abbandonata, più di quelli della donna che ha marito».
Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma della donna libera.
Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.

ALTRI menti:

«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».


venerdì 12 ottobre 2012

Le Lacrime delle DUE MADRI


        Un giovane di bell'aspetto, di cuor generoso e ricco di una signorile educazione, formava l'orgoglio dei suoi genitori, i quali riponevano in lui le migliori attese.
Ancor bambino, la madre era solita condurlo davanti all’altare della Madonna, che gli aveva insegnato a chia­mare MADRE.
Così l'amore verso la MADRE celeste e l'amore verso la madre terrena crebbero insieme, e fu­rono per lui l'ancora di salvezza.
La fanciullezza era trascorsa, ma poi venne la gioventù con le sue follie e il giovane lasciò la madre per andare in una corte stra­niera.
Un po' per volta le adulazioni gli fecero montare la testa, mentre l'ozio e la ricchezza gli corruppero il cuore.
Tutte le pie credenze sfiorirono ad una ad una.
Del passato non rimasero che due ricordi: quella della Madonna e quello della mamma.
Ogni sera, prima di coricarsi, ogni mattina appena alzato, il povero figliol prodigo, s'inginocchiava accanto al letto e recitava tre Ave Maria alla Santissima Vergine, aggiungendovi una breve preghiera che terminava con queste parole: «Vol­gimi uno sguardo pietoso e non m'abbandonare, Madre mia!», «Non m'abbandonare!», diceva il misero giova­ne ogni sera; «Non m'abbandonare!», ripeteva ogni mattina.
Questa preghiera gli destava nell'anima un'an­goscia tormentosa, che andava crescendo ogni giorno di più.
Il rimorso si faceva sempre più vivo e strazian­te, ma poi il giovane tornava alle sue follie.
Un giorno, durante una partita di caccia, fatta in compagnia d'uno sciagurato che l'aveva spinto al male, sopravvenne un terribile uragano e i due amici furono costretti a rifu­giarsi nel primo albergo che trovarono
Sfiniti dalla stanchezza corsero a buttarsi sul letto, ma egli non dimenticò di recitare la sua consueta preghiera alla Ma­donna.
Non appena si addormentò, gli parve di trovar­si al tribunale di Dio e che proprio allora un'anima fosse stata condannata: quella del suo amico.
Poi gli sembrò venuto il suo turno.
Sua madre, prostrata davan­ti al Giudice sdegnato, implorava pietà per il figlio tra­viato.
Il demonio gettò, con un riso canzonatorio, i peccati del giovane sulla bilancia della Giustizia divina, e il piatto, sul quale erano caduti, calava rapidamente verso l'abisso.
Gli Angeli si velarono il volto con le loro ali; alla povera madre sfuggì un grido di terrore, sa­tana vi rispose con un urlo di trionfo: l'anima era perduta!
  
Ma proprio allora comparve Maria, coronata di dodici stelle e in atto di schiacciare coi piedi la mez­zaluna d'argento.
Si prostrò anch'Ellia accanto alla ma­dre del giovane, in atteggiamento supplichevole, e depose sull'altro piatto della bilancia le tre Ave Maria offertele ogni mattina e ogni sera dal giovane sventura­to, ma il piatto sul quale si accumulavano le iniquità, anziché risalire, calava sempre.
Maria, allora, raccolte tutte le lacrime della povera madre, le gettò nel piatto delle opere buone, ma esse non bastarono a sollevarlo.
Gli Angeli gemevano; la madre, col cuore straziato, si nascondeva il viso, essendo perduta ogni speranza.
Al­lora la Santissima Vergine sollevò verso il Giudice divi­no i suoi purissimi occhi; ne caddero due lacrime, che andarono a mescolarsi con le lacrime della madre e con quelle del giovane.
Ed ecco il piatto della bilancia solle­varsi.
Le lacrime delle due madri avevano salvato dal naufragio eterno quel misero traviato.
In quel momento il rombo d'un tuono svegliò il giovane. A due passi dal suo letto potè scorgere l'amico esanime, colpito e carbo­nizzato nel sonno da un fulmine.
Il giovane, comprese che le lacrime delle sue due mamme, quella celeste e quella terrena, di cui aveva sempre serbato teneramen­te il ricordo, lo avevano salvato, e subito cambiò vita.


Matteo   27, 45-49
Marco   15, 33-37
Luca   1, 1-80
Giovanni  19, 25-27

giovedì 11 ottobre 2012

PARTO...riTELO!

Tante PAROLE scritte sulla SUA PERSONA, che VENNE a parlarci del PADRE senza lasciare nulla per ISCRITTO, se non qualche segno nella polvere.

Nel prologo di GIOVANNI dovremmo sostenere che VENNE un UOMO ma di NOME GESU', ma con il nome di Gesù si chiamavano MOLTI, perchè questo nome era considerato una BENEdizione.
Anche Giuda aveva come nome affiancato Gesù.

Dico cose sacro o SANTE?
CHI PUO' GIUDICARMI?

Fatevi avanti! SONO QUI per questo!

Dovreste approfittare per approfondire di più con CHI apPARENTEmente si NASCONDE, ma solo INIZIALMENTE (Marco 8, 29-30).

Non immaginate quanto IO SOFFRA nel farvi cadere con le vostre stesse verità, perchè SONO verità le vostre, se rimangono in buona fede. Ma sopporteranno la LUCE, quella VERA?
Quella che illuminando le falsità le rende piccole verità che svelano le miserie di chi vorrebbe avere al SUO FIANCO sempre il MI SIGNORE. Come un BAMBINO che si sente sicuro SOLO tra le BRACCIA del GENITORE.

Io confronto le vostre verità con quello che VOI stessi riconoscete COME VERITA'.
Anche per chi dice di non credere, non so per quale motivo, se poi quel GESU' sembrerebbe non avere nemici se rimane SPIRITO di TUTTI. Anche chi lo bestemmia sembrerebbe GRIDARE al CIELO dove SEI? Quell'ODIO che sembra più un AMORE traDITO.

In VERITA' doveti imparare ad ASCOLTARE soprattutto i PRO-VOCATORI, chi pur nascondedosi si sforza di dire la VERITA', anche dietro una faccia e un corpo ... più o meno autorevoli. Sicuri di non essere toccati. Ma quale VERITA'?

Non pensate che chi dice la VERITA' che fa crollare le altre ABBIA vita facile.
MOLTI METTONO LA FACCIA quando si sentono SICURI. Ma poi?
Ad esempio se un giorno VOI scopriste che il TESORO dei Templari è uno scheletro di UOMO?
Credereste ancora?
In VERITA' anche gli ATEI TREMEREBBERO, coloro che in un certo modo distorto confidono ancora in CHI CREDE.
CHI CREDE VERAMENTE a prescindere dalla STORIA o da quanto, più o meno, RIPORTATO.

Perchè il sepolcro era APERTO? ... mentre nel cenacolo era TUTTO CHIUSO?
La VERITA' è che tu non hai ancora incontrato il RISORTO in CARNE ed OSSA a
Perchè inizialmento non lo riconobbero DOPO la SUA morte?

Io non sono scaltro o intelligente o sapiente o conoscitore delle scritture che non ho letto MAI COME si dovrebbe, ma ho sempre ASCOLTATO TUTTI, senza chiedermi chi fossero e che carica ricoprissero. Io riporto quello che LUI vi risponde e ne resto IO STESSO meravigliato. Vorrei che finisse tutto perchè so da poco che non serve riconoscerlo in ognuno di VOI, o SENTIRLO alla MIA DESTRA, ma continuare nel cammino con il dubbio che sia stato tutto un sogno. Non è facile SENTIRSI SOLI con LUI.
E' semplicemente STRAORDINARIO nell'ordinario!
Mc 12,35-37

Buon INIZIO ANNO nell'UNICA FEDE!
Testimoniatelo SEMPRE anche quando sarà veramente difficile e VOI stessi dubiterete.

Non fermatevi alle apparenze!

CONCEPITELO!
PARTORLO? ... come io stesso LO SENTO in GREMBO.

VI PREGO!

GIOISCI MADRE CHIESA

O stolti, chi vi ha incantati?
Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso il CONCILIO con lo SPIRITO SANTO in tutti!
Questo solo vorrei sapere da voi: è per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede? Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato nel segno dello Spirito, ora volete finire nel segno della carne? Avete tanto sofferto invano? Se almeno fosse invano!
Colui dunque che vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della Legge o perché avete ascoltato la parola della fede?

martedì 9 ottobre 2012

Che VENE sembra o PARE?

«Un carpentiere era stato chiamato, insieme al figlio, per eseguire un lavoro sul TETTO del Tempio, senza retribuzione alcuna, ma solo quale OFFERTA a Dio.
Ma ci fu un incidente di lavoro e il padre carpentiere cadde dal pinnacolo del Tempio, forse a causa di uno spostamento, un po' più energico da parte del figlio, nella posizionatura del NUOVO architrave.
Constatata la morte del padre, il figlio disperato fuggì nel deserto e, non avendo portato nulla con se, dopo alcuni giorni, cadde stremato per terra. Essendo un posto poco trafficato, non fu soccorso nè da un sacerdote, che pensò che fosse stato derubato e pertanto senza denari al seguito, e nemmeno da un levita che non volle sporcarsi con chi sembrava stato percosso a sangue.
Passò, IN VECE, un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Il Figlio carpentiere, quando si riprese nel corpo e nello spirito, seppe dell'aiuto VITALE ricevuto e cercò di conoscere quella PERSONA che volle condividere la SUA SOFFERENZA.
Si informò, ma le notizie si persero in fondatezza perchè cominciò ad avere dubbi se quella PERSONA venuta in aiuto fosse un maschio o una femmina, ma di certo con un IMMENSO AMORE MATERNO.
Ricordava solo la LUCE dei suoi OCCHI e l'AMORE che sprigionava.

Passo molto tempo, da quell'incontro, e LUI smise di trasformare il suo lavoro, tra legni e pietre, in nutrimento quotidiano.
Volle approfondire il senso della SUA VITA e anche il perchè di quel SALVAtaggio.

Passo quanche anno in un luogo desertico e molti lo conoscevano come UNO USCITO FUORI di SE, ma affascianava le genti per il SUO gridare la VENUTA del REGNO di DIO in SE.

Un GIORNO ebbe una VISITA particolare, non materiale, che gli fece comprendere la SUA trasformazione. Questa PRESENZA gli disse che: "CHI VIENE dall'ALTO E' AL DI SOPRA DI TUTTIi; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. CHI VIENE DAL CIELO E' AL DI SOPRA DI TUTTI". Pertanto, cominciò ad attestare e a impersonare questa PRESENZA che era entrata in LUI COME una colomba che si posa, sbattendo le ali in un modo particolare nell'atterrare in un luogo non FERMO. Comincioò a vedere e a udire CHI ERA UNO con LUI, eppure nessuno lo comprendeva. Però LUI che la accettava, GLI RESE TESTIMONIANZA e SOSTENNE, da quel momento in poi, che Dio è veritiero. Infatti colui che Dio manda proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura.
Come il padre gli aveva dato in mano ogni cosa fin da quando era un UMANO, adESSO li consegna qualcosa di più IMMENSO perchè AMA il FIGLIO.


"Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui". All'ORA quarta del pomeriggio ...  smise di aspettare la gente che veniva da LUI per sentirlo e si mise in cammino con alcuni amici per ANDARE LUI stesso a cercarli..

Giunse in una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che il patriarca Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe. Qui c'era un pozzo fin dai tempi di Giacobbe. Dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno, del giorno dopo. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua e approfitto per chiederle da bere. I suoi amici infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Ma il "FIGLIO" le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio, che è già in te, e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva e amorevole". Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?". Rispose il FIGLIO: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna". "Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". Le disse: "Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui". Rispose la donna: "Non ho marito". Le disse Gesù: "Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero". (disse questo perchè aveva riconosciuto la donna che abitava insieme a CHI LUI cercava da tempo). Gli replicò la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare". All'ORA le disse: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. DIO E' SPIRITO, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa". 
LE DISSE: "SONO IO CHI ASPETTATE".

In quel momento giunsero i suoi amici e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: "Che desideri?", o: "Perché parli con lei?". La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?". Uscirono allora dalla città e andavano da lui.

Intanto gli amici, che avevano portato da mangiare, lo pregarono di mangiare,  ma LUI rispose: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete".
E gli amici si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?". Ma LUI disse loro: "MIO NUTRIMENTO è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che gia biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro".

Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".

Venne ospitato in casa di quella donna, di nome MARTA, che non aveva marito ma risultava MARiTATA.
Ella, in VECE, aveva una sorella, di nome MARia, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua VITA. Marta invece era distolta per i molti servizi materiali.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria sta comprendendo che NULLA viene nascosto al SIGNORE DIO NOSTRO».

lunedì 8 ottobre 2012

GESU' VERO LUCIFERO

L’Exultet, il canto liturgico della Chiesa cattolica cantato la notte di Pasqua, recita:

Flammas eius lúcifer matutínus invéniat:
ille, inquam, Lúcifer, qui nescit occásum.
Christus Fílius tuus,
qui, regréssus ab ínferis, humáno géneri serénus illúxit,
et vivit et regnat in sæcula sæculórum. Amen.

La traduzione ufficiale sarebbe:
Lo trovi acceso la stella del mattino,
questa stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Nel primo verso notiamo subito l’epiteto di Lucifero “Stella del mattino”. Ma non è tutto.
Seppur “lucifer” nel secondo verso venga a volte presentato con la lettera minuscola, in realtà, nella versione corretta, quella formulata nella seconda metà del XII secolo da papa Innocenzo III, “lucifer” viene reso come nome proprio, ovvero con la maiuscola.

Di conseguenza, la traduzione corretta dovrebbe essere la seguente:
Lo trovi acceso la stella del mattino,
Lucifero che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Questa traduzione, fedele al testo originale, corrisponde di fatto al ruolo di Lucifero nella tradizione esoterica.
Lucifero simboleggia, come detto in precedenza, la luce della ragione, rappresentata per l’appunto dalla fiaccola. La ragione, però, è solo un aspetto dell’essere umano. L’altro è quello che trascende la ragione, legato all’anima, all’intuito. Come scrive M.P. Hall, Lucifero rappresenta la mente intellettiva priva della sua controparte spirituale. Lucifero è, per questo, chiamato “falsa luce,” anche se una descrizione più esatta sarebbe forse “luce incompleta.” La ragione, infatti, non basta a riconoscere la verità. È solo tramite l’integrazione delle facoltà intellettive con quelle non-razionali che la verità può essere raggiunta. Stiamo parlando quindi di un processo di crescita, trasformazione, o per l’appunto resurrezione. Ed è proprio questa la narrativa che ci viene illustrata nel canto liturgico dell’Exultet. Lucifero/Gesù, “Lucifero che non conosce tramonto”, la “falsa luce”, viene redento dalla vera luce, il secondo Logos, il “Figlio”, ovvero il Cristo.

Riguardo a questa trasformazione, il mistico Rudolf Steiner disse:

Il Cristo è preceduto dalla fiaccola di Lucifero risuscitato, di Lucifero convertito al bene,
che porta il Cristo stesso.
Egli è il portatore della luce; Cristo è la luce.
Cristo è quindi un Lucifero/Gesù maturo, ispirazione archetipale di un essere umano altrettanto completo.

NON SI PUO' EREDITARE dal PADRE se non si E' FIGLI in TUTTO.


CHI SI VERGOGNERA' di me, IO mi vergognerò di LUI.

venerdì 5 ottobre 2012

BEATI COLORO CHE LO CONOBBERO SOTTO IL FICO


Qui termina veramente il cammino.
Il debito dell’iniquità è pagato all’iniquità.
Ma tu sai questo mistero. Tu solo.
(GIOVANNI 3 in Matteo 13, 41-43 e Giovanni stesso 1, 35-51)

giovedì 4 ottobre 2012

+


«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».


http://www.youtube.com/watch?v=1iOTfEXp3kA&feature=plcp

mercoledì 3 ottobre 2012

Quale DIO pre...GARE?

«In verità io so che è così: e come può un uomo aver ragione dinanzi a Dio?
Se uno volesse disputare con lui, non sarebbe in grado di rispondere una volta su mille.
Egli è saggio di mente, potente di forza: chi si è opposto a lui ed è rimasto salvo?
Egli sposta le montagne ed esse non lo sanno, nella sua ira egli le sconvolge.
Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano.
Comanda al sole ed esso non sorge e mette sotto sigillo le stelle.
Lui solo dispiega i cieli e cammina sulle onde del mare.
Crea l’Orsa e l’Orione, le Plèiadi e le costellazioni del cielo australe.
Fa cose tanto grandi che non si possono indagare, meraviglie che non si possono contare.
Se mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non mi accorgo.
Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
Chi gli può dire: “Cosa fai?”.
Tanto meno potrei rispondergli io, scegliendo le parole da dirgli; io, anche se avessi ragione, non potrei rispondergli, al mio giudice dovrei domandare pietà.
Se lo chiamassi e mi rispondesse, non credo che darebbe ascolto alla mia voce».

Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti?
O si alzano le ombre a darti lode?
Si narra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà nel regno della morte?
Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi, la tua giustizia nella terra dell’oblio?
Ma io, Signore, a te grido aiuto e al mattino viene incontro a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi?
Perché mi nascondi il tuo volto?


martedì 2 ottobre 2012

L'INCARNAZIONE

UN’ ALA  DI  RISERVA

Voglio ringraziarti Signore, per il dono della vita.
Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte nei momenti di confidenza oso pensare, Signore, che anche Tu abbia un'ala soltanto, l'altra la tieni nascosta... forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me.
Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con Te perché vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla: vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del vento; vivere è assaporare l'avventura della libertà, vivere è stendere l'ala, l'unica ala con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te, Signore: Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello, e aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi: non farmi più passare indifferente davanti al fratello che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te: soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un'ala di riserva.

Preghiera di mons. Tonino Bello, vescovo di Molfetta

(intendi l’aiuto che voglio darti? Chi ha orecchi intenda, ma soprattutto IL CORPO di NOSTRO PADRE che E' nei CIELI!)

lunedì 1 ottobre 2012

Con IL SOLITO x MESSO del SIGNORE

Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro.
Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?».
Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo».
Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male».
Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!».
Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui».
Satana si ritirò dalla presenza del Signore.Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. I Sabèi hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldèi hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse:
«Nudo uscii dal grembo di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».
In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.