sabato 30 giugno 2012


Il Signore ha distrutto senza pietà tutti i pascoli; ha abbattuto nella sua ira le fortezze, ha prostrato a terra, ha profanato il suo regno e i suoi capi.
Siedono a terra in silenzio gli anziani, hanno cosparso di cenere il capo, si sono cinti di sacco; curvano a terra il capo le vergini.
Si sono consunti per le lacrime i miei occhi, le mie viscere sono sconvolte; si riversa per terra la mia bile per la rovina della figlia del mio popolo, mentre viene meno il bambino e il lattante nelle piazze della città.
Alle loro madri dicevano: «Dove sono il grano e il vino?».
Intanto venivano meno come feriti nelle piazze della città; esalavano il loro respiro in grembo alle loro madri.
A che cosa ti assimilerò?
A che cosa ti paragonerò, figlia?
A che cosa ti eguaglierò per consolarti. vergine?
Poiché è grande come il mare la tua rovina: chi potrà guarirti?
I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato la tua colpa per cambiare la tua sorte; ma ti hanno vaticinato lusinghe, vanità e illusioni.
Grida dal tuo cuore al Signore, gemi figlia; fa’ scorrere come torrente le tue lacrime, giorno e notte!
Non darti pace, non abbia tregua la pupilla del tuo occhio!
Àlzati, grida nella notte, quando cominciano i turni di sentinella, effondi come acqua il tuo cuore, davanti al volto del Signore; alza verso di lui le mani per la vita dei tuoi bambini, che muoiono di fame all’angolo di ogni strada.

venerdì 29 giugno 2012

L'anonimo angelo

Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Gli toccò il fianco, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.
Allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano del Principe di questo mondo e da tutto ciò che è in suo potere».

giovedì 28 giugno 2012

In SEQUENZA nella CENA del SIGNORE

Sion, loda il Salvatore, la tua guida, il tuo pastore, con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore: egli supera ogni lode, non vi è canto che sia degno.
Pane vivo, che dà vita: questo è tema del tuo canto, oggetto della lode.
Veramente fu donato agli apostoli riuniti in fraterna e sacra cena.
Lode piena e risonante, gioia nobile e serena sgorghi oggi dallo spirito.
Questa è la festa solenne nella quale celebriamo la prima sacra cena.
È il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua, nuova legge; e l'antico è giunto a termine.
Cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l'ombra: luce, non più tenebra.
Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena: noi lo rinnoviamo.
Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza.
È certezza a noi cristiani: si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino.
Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura.
È un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi.
Mangi carne, bevi sangue: ma rimane Cristo intero in ciascuna specie.
Chi lo mangia non lo spezza, né separa, né divide: intatto lo riceve.
Siano uno, siano mille, ugualmente lo ricevono: mai è consumato.
Vanno i buoni, vanno gli empi; ma diversa ne è la sorte: vita o morte provoca.
Vita ai buoni, morte agli empi: nella stessa comunione ben diverso è l'esito!
QUANTDO SPEZZI IL SACRAMENTO, NON TEMERE, MA RICORDA:
CRISTO E' TANTO IN OGNI PARTE, QUANTO NELL'INTERNO.
È diviso solo il segno, non si tocca la sostanza; nulla è diminuito della sua persona.
Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev'essere gettato.
Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell'agnello della Pasqua, nella manna data ai padri.
Buon Pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi; nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo, nella gioia dei tuoi santi.
Amen.
Alleluia.

martedì 26 giugno 2012

Cosa devo ... FARE?

Confucio ha detto: “Non fate agli altri ciò che non volete che gli altri facciano a voi”. Gesù ha detto: “Fate agli altri ciò che vorreste che gli altri facessero a voi”.
SENZA CHIEDERE IL PER-MESSO?

Confucio morì con la delusione di non essere riuscito a tramandare il SUO SENTIRE, pur confidando in UN DIO.
Il CRISTO, in vece, ha dato le istruzioni per chi avrebbe capito anche dopo la sua morte terrena.
Anche Confucio ha ancora DEI seguaci che potrebbero aiutare a leggere le istruzioni di CHI SEGUE Gesù non comprende ancora la SUA PAROLA.

FARE non vuol DIRE qualcosa VISIBILE, altrimenti rimarebbero SEGNI VISIBILI ancora OGGI.
Ma è come se è una COSA inventata, mentre non lo è perchè CHI ha la CHIAVE ... APRE e VEDE e ci parla PURE. E LUI risponde. 



«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro:

"Questa infatti è la Legge e i Profeti".Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

lunedì 25 giugno 2012

Tutti i "FATTI" dal mondo sono "FATTI" ... MIEI.

«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».


Dovrei pensare solo a me?
Rassegnarmi per SEMPRE?
Lasciarmi morire senza pronunciare il SUO NOME?

Se potessi farlo lo avrei già ...FATTO!

venerdì 22 giugno 2012

In CIELO o in terra?

In quei giorni, Atalìa, madre di Acazìa, visto che era morto suo figlio, si accinse a sterminare tutta la discendenza regale. Ma Ioseba, figlia del re Ioram e sorella di Acazìa, prese Ioas, figlio di Acazìa, sottraendolo ai figli del re destinati alla morte, e lo portò assieme alla sua nutrice nella camera dei letti; lo nascose così ad Atalìa ed egli non fu messo a morte. Rimase nascosto presso di lei nel tempio del Signore per sei anni; intanto Atalìa regnava sul paese.
Il settimo anno Ioiadà mandò a chiamare i comandanti delle centinaia dei Carii e delle guardie e li fece venire presso di sé nel tempio del Signore. Egli concluse con loro un’alleanza, facendoli giurare nel tempio del Signore; quindi mostrò loro il figlio del re. I comandanti delle centinaia fecero quanto aveva disposto il sacerdote Ioiadà. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano in servizio il sabato e quelli che smontavano il sabato, e andarono dal sacerdote Ioiadà. Il sacerdote consegnò ai comandanti di centinaia lance e scudi, già appartenenti al re Davide, che erano nel tempio del Signore. Le guardie, ognuno con l’arma in pugno, si disposero dall’angolo destro del tempio fino all’angolo sinistro, lungo l’altare e l’edificio, in modo da circondare il re. Allora Ioiadà fece uscire il figlio del re e gli consegnò il diadema e il mandato; lo proclamarono re e lo unsero. Gli astanti batterono le mani e acclamarono: «Viva il re!».
Quando sentì il clamore delle guardie e del popolo, Atalìa si presentò al popolo nel tempio del Signore. Guardò, ed ecco che il re stava presso la colonna secondo l’usanza, i comandanti e i trombettieri erano presso il re, mentre tutto il popolo della terra era in festa e suonava le trombe. Atalìa si stracciò le vesti e gridò: «Congiura, congiura!». Il sacerdote Ioiadà ordinò ai comandanti delle centinaia, preposti all’esercito: «Conducetela fuori in mezzo alle file e chiunque la segue venga ucciso di spada». Il sacerdote infatti aveva detto: «Non sia uccisa nel tempio del Signore». Le misero addosso le mani ed essa raggiunse la reggia attraverso l’ingresso dei Cavalli e là fu uccisa.
Ioiadà concluse un’alleanza fra il Signore, il re e il popolo, affinché fosse il popolo del Signore, e così pure fra il re e il popolo. Tutto il popolo della terra entrò nel tempio di Baal e lo demolì, ne fece a pezzi completamente gli altari e le immagini e ammazzò Mattàn, sacerdote di Baal, davanti agli altari. Il sacerdote Ioiadà mise sorveglianti al tempio del Signore.
Tutto il popolo della terra era in festa e la città rimase tranquilla: Atalìa era stata uccisa con la spada nella reggia.


Povera A o Italìa ?

mercoledì 20 giugno 2012

Quel "MANTELLO" con le ... frange.

In quei giorni, quando il Signore stava per far salire al cielo in un turbine ELYA, questi partì da Gàlga-la con EL-Ya-sa. [Giunti a Gerico,] ELYA disse ad EL-Ya-sa: «Rimani qui, perché il Signore mi manda al Giordano». Egli rispose: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». E procedettero insieme.
Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e si fermarono di fronte, a distanza; loro due si fermarono al Giordano. ELYA prese il suo mantello (lo stesso di quanto scelse EL-Ya-sa), l’arrotolò e percosse le acque, che si divisero di qua e di là; loro due passarono sull’asciutto. Appena furono passati, ELYA disse a EL-Ya-sa: «Domanda che cosa io debba fare per te, prima che sia portato via da te». EL-Ya-sa rispose: «Due terzi del tuo spirito siano in me». Egli soggiunse: «Tu pretendi una cosa difficile! Sia per te così, se mi vedrai quando sarò portato via da te; altrimenti non avverrà».
Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. ELYA salì nel turbine verso il cielo. EL-Ya-sa guardava e gridava: «PADRE MIO, PADRE MIO, carro d’Israele e suoi destrieri! (CHE VUOL DIRE: "Mio INIZIO, Mia FINE, MIA VITA, VERITA' e VITA")». E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. Quindi raccolse il MANTELLO, che era caduto a ELYA, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano. Prese il mantello, che era caduto a ELYA, e percosse le acque, dicendo: «Dov’è il Signore, Dio di Elìa?». Quando anch’egli ebbe percosso le acque, queste si divisero di qua e di là, ed EL-YA-SEI le attraversò.

... per arRIVA-RE all'asciutto!

martedì 19 giugno 2012

E' TUTTO ... qui!

In seguito avvenne il seguente episoDIO:

Nabot di Izreèl possedeva una vigna vicino al palazzo di Acab re di Samaria.
Acab disse a Nabot: "Cedimi la tua vigna; siccome è vicina alla mia casa, ne farei un orto. In cambio ti darò una vigna migliore oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale". Nabot rispose ad Acab: "Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri".
Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: "Non ti cederò l'eredità dei miei padri". Si coricò sul letto, si girò verso la parete e non volle mangiare.

Entrò da lui la moglie Gezabele e gli domandò: "Perché mai il tuo spirito è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?".
Le rispose: "Perché ho detto a Nabot di Izreèl: Cedimi la tua vigna per denaro o, se preferisci, te la cambierò con un'altra vigna ed egli mi ha risposto: Non cederò la mia vigna!". Allora sua moglie Gezabele gli disse: "Tu ora eserciti il regno su Israele? Alzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la darò io la vigna di Nabot di Izreèl!".
Essa scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai capi, che abitavano nella città di Nabot.

Nelle lettere scrisse: "Bandite un digiuno e fate sedere Nabot in prima fila tra il popolo. Di fronte a lui fate sedere due uomini iniqui, i quali l'accusino: Hai maledetto Dio e il re! Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia".
Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i capi che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabele, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedite.
Bandirono il digiuno e fecero sedere Nabot in prima fila tra il popolo.
Vennero due uomini iniqui, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: "Nabot ha maledetto Dio e il re". Lo condussero fuori della città e lo uccisero lapidandolo.
Quindi mandarono a dire a Gezabele: "Nabot è stato lapidato ed è morto".
Appena sentì che Nabot era stato lapidato e che era morto, disse ad Acab: "Su, impadronisciti della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di vendertela, perché Nabot non vive più, è morto".
Quando sentì che Nabot era morto, Acab si mosse per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderla in possesso.
Allora il Signore disse a Elia il Tisbita: "Su, recati da Acab, re di Israele, che abita in Samaria; ecco è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderla in possesso. Gli riferirai: Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi! Per questo dice il Signore: Nel punto ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue".
Acab disse a Elia: "Mi hai dunque colto in fallo, o mio nemico!". Quegli soggiunse: "Sì, perché ti sei venduto per fare ciò che è male agli occhi del Signore. Ecco ti farò piombare addosso una sciagura; ti spazzerò via. Sterminerò, nella casa di Acab, ogni maschio, schiavo o libero in Israele. Renderò la tua casa come la casa di Geroboamo, figlio di Nebàt, e come la casa di Baasa, figlio di Achia, perché tu mi hai irritato e hai fatto peccare Israele. Riguardo poi a Gezabele il Signore dice: I cani divoreranno Gezabele nel campo di Izreèl. Quanti della famiglia di Acab moriranno in città li divoreranno i cani; quanti moriranno in campagna li divoreranno gli uccelli dell'aria".
In realtà nessuno si è mai venduto a fare il male agli occhi del Signore come Acab, istigato dalla propria moglie Gezabele.
Commise molti abomini, seguendo gli idoli, come avevano fatto gli Amorrèi, che il Signore aveva distrutto davanti ai figli d'Israele.
Quando sentì tali parole, Acab si strappò le vesti, indossò un sacco sulla carne e digiunò; si coricava con il sacco e camminava a testa bassa.
Il Signore disse a Elia, il Tisbita: "Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me? Poiché si è umiliato davanti a me, non farò piombare la sciagura durante la sua vita, ma la farò scendere sulla sua casa durante la vita del figlio".

domenica 17 giugno 2012

SEMPLICE ... NO?

«Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami lo coglierò e lo pianterò sopra un monte alto, imponente; lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso, faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò».


Fratelli, sempre pieni di fiducia e SAPENDO CHE SIAMO IN ESILIO LONTANO DAL SIGNORE FINCHE' ABITIAMO NEL CORPO – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.

«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. SENZA PARABOLE NON PARLAVA LORO MA, IN PRIVATO, AI SUOI DISCEPOLI SPIEGAVA OGI COSA.

venerdì 15 giugno 2012

Libertà dal terzo o TRINA LIBERAZIONE ?

Quando il pre...POTENTE era fanciullo, io l’ho amato e dall’ANTITESI ho chiamato CHI mi ha reso fecondo.
Insegnavo a camminare, tenendolo per mano, ma Lui non comprese che avevo cura di Lui.
Io lo traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per Lui come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di LUI per dargli da mangiare.
Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.
Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a percuotere CHI mi ha reso fecondo, perché sono Dio e non uomo;
sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te ... NELLA MIA IRA.


Fratelli, a me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili le SUE ricchezze e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della SUA SPOSA, sia ora manifestata ai PRINCIPATI e alle POTENZE dei CIELI la MULTIFORME sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in SUO FIGLIO, Nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in Lui.
Per questo IO PIEGO LE GINOCCHIA DAVANTI al PADRE, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di ESSERE POTENTEMENTE RAFFORZATI nell’UOMO INTERIORE MEDIANTE IL SUO SPIRITO.
Che l'ALTISSIMO EREDE abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e FONDATI nella CARITA', SIATE in GRADO di COMPRENDERE con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore del PADRE NUOVO che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza del NUODO DIO.


Era il VI° GIORNO e affinché i corpi non rimanessero sul TRINO e UNICO TRONO, durante il SETTIMO GIORNO – ERA in fatti IN GIORNO SOLeNnE –, chiesero che fossero SRADICATI loro e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati sradicarono l’UNO e all’Altro che erano stati INALZATI insieme con LUI. Venuti però da LUI, vedendo che era NON ERA in VITA, non lo sradicarono, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il LATO, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «NON SARA' SPEZZATO ALCUN OSSO». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «VOLGERANNO LO SGUARDO A COLUI CHE HANNO TRAFITTO».

giovedì 14 giugno 2012

La VERITA'

Cosa voleva farci intendere GESU' quando sostiene che: « ... se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Ma Gesù, ADIRANDOSI, non dette dello STOLTO e dell'IPOCRITA a suoi ... fratelli?
Di certo non attribuì ad alcuno la PAZZIA. Anzi gli fu attribuita la PAZZIA, proprio dai SUOI più intimi..
Ma il CRISTO si è fatto giudicare, non si è tirato indietro e siccome io ritengo la MASSIMA CARITA' SPIRITUALE l'ha esercitata verso gli SCRIBI e FARSEI ... accettò di venir interrogato, mandando un'ambasciata tramite GIUDA.
Ma qualcosa andò storto e da un'ambasciata di confronto di tramutò in una IMBOSCATA di confusione.

Per questo CHIUSE la BOCCA e retr-asse la SUA SPADA a doppio taglio.

LUI HA PAGATO per chi poi PAGHERA' a SUA ... VOLTA.

LINGUA di DIO non sa pesare la PAROLA


Se UNA VERA LINGUA di DIO non c'è nella VITA REALE ... ci sarà un VALIDO MOTIVO !

mercoledì 13 giugno 2012

IO SONO FIGLIO di questa "IN-GIURIA"

LO SPIRITO DI LUI è su di me
PERCH'E' IL MIO SIGNORE mi ha consacrato con l'unzione;
MI HA MANDATO a portare il lieto annunzio ai poveri,
A FASCIARE PIAGHE dei cuori spezzati,
A PROCLAMARE LA LIBERTA' degli schiavi,
LA SCARCERAZIONE dei prigionieri,
A PROLUNGARE L'ANNO DI MISERICORDIA DEL SIGNORE,
UN GIORNO DI VENDETTA per il nostro Dio,
PER CONSOLARE tutti gli afflitti,
PER ALLIETARE gli afflitti di Sion, 
PER DARE UNA CONONA invece della cenere,
OLIO DI LETIZIA invece dell'abito da lutto,
CANTO DI LODE invece di un cuore mesto.
ESSI SI CHIAMERANNO QUESRCE DI GIUSTIZIA,
PIANTAGIONE DEL SIGNORE PER MANIFESTARE LA SUA GLORIA.

Vi sembra una bestemmia ... o il contrario è come non ESSERE MAI NATI?  
ma non sapete cosa dite pur facendo, pensando anche di poter salvare il mondo, senza sentirvi SALVI da COLUI, il SOLO, che può salvarvi, perchè:

La legge del MIO SIGNORE è perfetta,
RINFRANCA L'ANIMA;
LA TESTIMONIANZA del Signore E' VERACE,
RENDE SAGGIO IL SEMPLICE.
GLI ORDINI del Signore SONO GIUSTI,
FANNO GIOIRE IL CUORE;
I COMANDI del Signore SONO LIMPIDI,
DANNO LUCE AGLI OCCHI.
IL TIMORE del Signore E' PURO, DURA SEMPRE;
I GIUDIZI del Signore SONO TUTTI FEDELI E GIUSTI,
PIU' PREZIOSI DELL'ORO, di molto oro FINO,
PIU' DOLCI DEL MIELE E DI UN favo STILLANTE.

Come possono giudicarmi male, DOPPIO, se la loro lingua è una e menzoniera?
MAGARI l'avessero a DOPPIO TAGLIO, invece si un fodero come FENDENTE.

 In quel tempo, il SIGNORE DESIGNO' altri 70... due discepoli e li inviò a DUE a DUE AVANTI A SE' IN OGNI città e BLUOGO DOVE STAVA PER RECARSI.
DICEVA LORO: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
Andate: ECCO IO VI MANDO COME AGNELLI IN MEZZO AI LUPI;
NON PORTATE borsa, né bisaccia, né sandali e
NON SALUTATE NESSUNO lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui,
altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno,
perché l'operaio è degno della sua mercede. NON PASSATE DI CASA IN CASA.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno,
mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,
curate i malati che vi si trovano, e dite loro:
SI E' AVVICINATO A VOI IL REGNO DI DIO».

e PER i BLuOGhi?

Il contrario?  



martedì 12 giugno 2012

SIGNORE! Non abbiamo più VINO


La FESTA sta finendo, anche se sembra mai incominciata per chi ha CONOSCIUTO … AMORE.
Dov'è ORA il mio Ampre. CHI HA PRESO L'AMORE?
Quanti amori noiosi di innamorati annoiati abbiamo conosciuto … IN NOI STESSI.
Ad accorgercene al meno in tempo.
Per salvare l’AMORE a discapito della FESTA.
Mi dicono di non chiuderti in te stesso ma come faccio ad aprirmi in me stesso.
CHI POSSO INVITARE?
I delusi?
I miei SIMILI?
I TRADITI?
Gli adulteri … perché non sanno e non hanno mai conosciuto … AMORE.
A cosa serve il VINO BUONO? … se non c’è … AMORE.
Se ci fosse l’AMORE non servirebbe il VINO buono, nemmeno l’acqua, tanto meno un bicchiere vuoto.
Molti maschi … troppe femmine. Tutti MAESTRI di TAVOLA.
Si! TUTTI di LEGNO!

Il DIO dei POLLI che pensano di essere ancora PAVONI..

Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta!
Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".


Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte;  abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata".

Io non maledico MAI perchè da se stessi ci si condanna.

Mi incuriosiscono i bestemmiatori e soprattutto gli eretici.

IO SO SCORGERE in TUTTI la FIAMMELLA di VITA ETERNA che fa infiammare tutto il CORPO qando sente la VOCE del SIGNORE.




domenica 10 giugno 2012

RICONOSCERSI in CHI ti ha PREPARATO.

Figlio mio, ti scongiuro davanti a Dio E a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: ANNUncia la Parola, INSISTI al momento opportuno e NON OPPORTUNO, AMMONISCI, RIMPROVERA, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.
VERRA' GIORNO, IN FATTI, IN CUI NON SI SOPPORTERA' PIU' la sana dottrina, MA, PUR DI UDIRE QUALCOSA, GLI UOMINI SI CIRCONDERANNO... DI MAESTRI SECONDO I PROPRI CAPRICCI, RIFIUTANDO DI DARE ASCOLTO ALLA VERITA' PER PERDERSI DIETRO ALLE FAVOLE. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.
Io infatti sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.

venerdì 8 giugno 2012

LEGGONO ma non comprendono

In VERITA' TU rimani OSCURO PER CHI vuole studiarti mentre TI RIVELI A CHI TI AMA.
COSI' COME SEI.
Mi sono fermata nel dirti queste ultime ... PAROLE, ma il TUO SORRISO mi ha dato coraggio.
ORA MAI non ho più paura di esagerare nell'ANTICIPARTI, perchè SO che TU SEI GIA' nel MIO DOMANI, come se le scritture SONO SCRITTE in un modo particolare.
Si, LA CHIAVE ... di lettura.

So che sei GELOSO e non vuoi che IO RIVELI agli altri quello che AVVIENE tra NOI, ma SO ANCHE che TU li fai cadere nel loro stesso sbaglio PER-VERSO.

VA BENE!
Mi limito a provocarli con le scritture PASSATE e non con le VERITA' realizzate, COMPIUTE, senza più spargimento di sangue, ma solo INDIFFERENZA per CHI non ti AMA e per questo ... NON TI CERCA.
Nè TE e nè la SPOSA.

In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:
“Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”.
Davide stesso lo chiama Signore:

DA DOVE RISULTA CHE E' SUO FIGLIO? ».
E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.

In vece, i FARISEI e gli SCRIBI non si allontanano dalle SCRITTURE per vedere meglio o anche AVVICINANDOSI di più come fa CHI non vede bene.
Eppure riportano sempre i profeti, i santi e i teologi, come per lavarsi le mani e dire: "IO NON SONO NULLA", invece di dire "io sono nulla".
E allora? ... l'essere Figli di Dio o almeno SERVI?
Proprio NULLA?

E come faremo a contenere lo SPIRITO?
L'incarnazione dove la METTIAMO?
E lo SPIRITO SANTO?

Le Scritture rimangono oscure e arrivano spesso a contraddirsi solo per CHI non le VIVE insieme allo SPIRITO di VITA: il SANTO che il FIGLIO ci ha promesso.

Temono di perdere la FACCIA, per non dire il volto;
hanno paura di cadere, per non dire MORIRE;
NON vogliono perdere il POSTo.

EPPURE, semplici pastorelli, riescono a SENTIRE DIO in Padre, in Figlio e IN SPIRITO SANTO.

Anche Saulo di Tarso era un Fariseo e conosceva questa ambiguità di nascere in una discendenza che faceva dimentcare la paternità di essere ISRAEL, o come uno dei SUOI 12 figli, per poi perdersi per colpa di una scelta per poter pro-CREARE.
Anche DIO è stato costretto a CREARE ERA, da UNA PARTE di SE STESSO, dividendoli POI in un omicida e una VITTIMA.
Eppure non è finito il quel TEMPO quello che non è nemmeno ... FINITO ancora. NON SOLO il FIGLIO ma COM-PRESA la SUA SPOSA.


FIGLIO MIO, tu mi hai seguito da vicino nell’insegnamento, nel modo di vivere, nei progetti, nella fede, nella magnanimità, nella carità, nella pazienza, nelle persecuzioni, nelle sofferenze. Quali cose mi accaddero ad Antiòchia, a Icònio e a Listra! Quali persecuzioni ho sofferto! Ma da tutte mi ha liberato il Signore! E tutti quelli che vogliono rettamente vivere in Cristo Gesù saranno perseguitati. MA I MALVAGI E GLI IMPOSTORI ANDRANNO SEMPRE IN MALE IN PEGGIO, INGANNANDO GLI ALTRI E INGANNATI ESSI STESSI.
Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. CONOSCI COLORO DA CUI LO HAI APPRESO e conosci le sacre Scritture FIN dall’INFANZIA: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Ma la VERITA' viene continuamente PRESA per dissetare la loro perversità, concupiscenza, malignità ... RILEGANDOLA in VERSIONI e traduzioni al LORO comoda interpetazione.
Ma è SCRITTO che non potranno mai cambiare l'essenza che è nelle COSE e nelle PERSONE dalle queli TUTTO ha INIZIO.


SIETE LIBERI!
Sia CHI non mi conosce CHE chi comincia a CONOSCERMI.

Liberi di far tutto quello, purTROPPO, che POTETE. 
 
  


   

giovedì 7 giugno 2012

TU SEI il mio PARADISO

Qual è il primo doVERE verso l'AMORE?
“Ascoltarlo nel profondo! UNICO Signore, unico DIO, UNICA VITA VERA ... in cammino. L'ho amato, LO AMO e lo AMERO' per tutti i SUOI GIORNI, i miei, con tutto il cuore e con tutta l'ANIMA, con tutta la mente e con tutta la forza”. Ma come son riuscita a VENIRE a TE se non AMANDOTI quale prossimo. Ti ho cercato OVUNQUE, in TUTTI, dalla A alla Z, dall'UNO al TUTTO, e in una STANZA ti ho trovato, in UNA CUCINA ti SEI lasciato TOCCARE.
MIO NUTRIMENTO.

Mi hai sempre sostenuta nel mio dire, IO CHE SONO SORDA e MUTA.

Mi hai detto che SONO VERA, ma cos'è la VERITA'?

AMARTI SEMPRE anche quando non ci SEI.

Ci SEI o ... CI FAI?
IO, tutti, TRA le TUE MANI.

TU SEI l'UNICO e non VIE' altri FUORI di TE.
Ti AMO con TUTTO il CUORE, con TUTTA l’INTELLIGENZA e con TUTTA la FORZA, ... che sono sempre COSA TUA.

Mi dici che SEI GELOSO e non sai che hai trasferito in me questo "EGOISMO SPIRITUALE".
E mi fai ALTErare quando ti chiamo pORCO e anche cANE per la sofferenza che mi FAI VIVERE, a CAUSA dell'AMORE che mi hai TRASFERITO. TU che SORRIDI, mentre gli altri mi inGIURIano.
TU CHE SOLO mi comprendi, perchè come TU DICI: "IO HO COMPRESO TE".
Ma come posso IO COMPRENDERE TE?
Io ... COME una scatola vuota, un cubo con spigoli che si riempiono sempre di polvere ... difficili da pulire.
Un vecchio cassetto.
Eppure in quella POLVERE ritrovo il mio passato, quando non ti comprendevo, quando non mi COM-PRENDEVI.

PRENDIMI, PRENDI ME, come un olocausto, FAMMI tuo sacrificio.

ADESSO che non SONO PIU' LONTANA da te.

E smettila di sorridermi ... perchè TUTTO di TE è contagioso ... soprattutto il TUO SORRISO che OGGI vedo rigato da UNA GOCCIA salata che ho fermato con le mie labbra ... fino alle TUE LABBRA.
Ti prego! TOGLIMI il SOspiro.
VOGLIO REspirare in TE.

COM...PRENDETE?

«Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “IO SONO il Dio di ABRAMO, il Dio di ISACCO e il Dio di GIACOBBE”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

Rendo grazie a Dio che IO SERVO, COME I MIEI ANTENATI, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno.
Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. DIO in fatti NON CI HA DATO UNO SPIRITO DI TIMIDEZZA, MA DI FORZA, DI CARITA' E DI PRUDENZA.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, CHE... SONO IN CARCERE PER LUI; ma, con la forza di Dio, SOFFRI CON ME PER IL V°Angelo.
Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. QUESTA CI E' STATA DATA IN CRISTO GESU' FIN DALL'ETERNITA', MA E' STATA RIVELATA ORA, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo, PER IL QUALE IO SONO STATO COSTITUITO messaggero, apostolo e maestro.
È QUESTA LA CAUSA DEI MALI CHE SOFFRO, ma non me ne vergogno: so infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato.


martedì 5 giugno 2012

E’ iniziato il tempo ordinario

Cosa vuol dire … dopo i TEMPI FORTI del Natale e della Pasqua?
Giustamente bisogna riviverli, raccontandoli a chi aspetta ancora l’annuncio, l’avvento, la conversione, la rivelazione, … la TRASFIGURAZIONE, la MANIFESTAZIONE … in CHI?
IN NOI STESSI!
Abbiamo o no ricevuto lo SPIRITO SANTO?
Siamo stati ORDINATI! Ecco cosa vuol dire TEMPO ORDINARIO, vivendo la PENTECOSTE ETERNA.

Senza lo SPIRITO non avremmo RICONOSCIUTO il PADRE e nemmeno il FIGLIO.
Il nostro Spirito che riconosce il SANTO.
Sempre LUI, fin dall’INIZIO. Lui ha fatto nascere il CRISTO, in terra COME in CIELO.
Ci ha CON-VOCATI in una UNIONE tra NOI ed è per questo che si chiama CHIESA, come giustamente dal greco: convocazione – assemblea.
Ma non una assemblea che nasce dal basso, ma convocata da UNO molto in ALTO.
Per SALVARE primaditutto NOI, nelle nostre relazioni malate, e GUARIRE le zone ferite, i traumi subiti, a causa delle debolezze nostre e degli altri.
Per questo non si deve rimanere nel deserto, ma raggiungere gli altri. Conoscerli confrontandosi. Perché lo SPIRITO E’ VIVENTE e non statico.
Lo SPRITO SANTO E’ MOVIMENTO che dà la VITA a TUTTE le COSE e PERSONE.
LUI, la PERSONA dello SPIRITO SANTO, si SERVE di NOI per continuare ad OPERARE. LUI ci chiede l’utilizzo dei nostri TALENTI, dei nostri CARISMI.
Ed E’ QUI il MIRACOLO dei MIRACOLI, nell’OPERA dello SPIRITO SANTO in NOI. Quella di eseguirli diversamente, nonostante la nostra UNIONE nel PADRE, nel FIGLIO e nello stesso SPIRITO SANTO.
IN UN UNICO CORPO.
Ben attenti a non IMITARE o costringere l’ALTRO ad essere UGUALE.
Al massimo SIMILE nel esercitare la CARITA’.
Mai cercare di distruggere, ma accettarlo nella sua diversità. Ma ABBRACCIARLO per la SUA ORIGINALITA’ … spesso MIGLIORE.
Anche il PADRE si compiacque del FIGLIO, in un certo senso MIGLIORE del DIO Vecchio. NUOVO EREDE e BENEDETTO con il SORRISO del PADRE e della MADRE.
E si! Deve avvenire COSI’, come tra due coniugi, nelle FAMIGLIE: Più persone per un CORPO UNICO, esercitando il BENE COMUNE.
ACCETTIAMO TUTTI I FIGLI della UMANITA’ senza essere GELOSI del fratello ma PARLANDO sempre BENE di LUI … in sua assenza.
Al massimo, se vogliamo correggerlo, facciamolo di PETTO, per provocarlo a emettere quella parte che non deve rimanere dormiente.
CORAGGIO, alziamo e andiamo via di qui, dopo aver trasmesso COLUI che ci ha trasmesso il MESSAGGIO innovativo per un nuovo MONDO, in un NUOVO TEMPO.

In QUEI GIORNI di quel TEMPO ... nel TEMPIO.

IN QUEI GIORNI. Il Signore disse a Mosè: «Io sono il Signore! Riferisci al faraone, re d’Egitto, quanto io ti dico». Mosè disse alla presenza del Signore: «Ecco, HO LE LABBRA INCIRCONCISE e come vorrà ascoltarmi il faraone?».
Il Signore disse a Mosè: «Vedi, io ti ho posto A FARE LE VECI DI DIO di fronte al faraone: Aronne, tuo fratello, sarà il tuo profeta. Tu gli dirai quanto io ti ordinerò: Aronne, tuo fratello, parlerà al faraone perché LASCI PARTIRE GLI ISRAELITI (discendenza di COLUI  che ha combattuto con Dio e con gli uomini e ha vinto!) DALLA SUA TERRA. Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nella terra d’Egitto. Il faraone non vi ascolterà e io leverò la mano contro l’Egitto (CHE PROVOCATORE IL MIO DIO), E FARO' USCIRE DALLA TERRA d’Egitto LE MIE SCHIERE, il mio popolo, gli Israeliti, per mezzo di grandi castighi. Allora gli Egiziani sapranno che IO SONO IL SIGNORE, quando stenderò la mano contro l’Egitto e farò USCIRE DI MEZZO A LORO gli Israeliti!».
Mosè e Aronne eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato; così fecero. Mosè aveva ottant’anni e Aronne ottantatré, quando parlarono al faraone.
Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Quando il faraone vi chiederà di fare un prodigio a vostro sostegno, tu dirai ad Aronne: “Prendi il tuo bastone e gettalo davanti al faraone e diventerà un serpente!”». Mosè e Aronne si recarono dunque dal faraone ed eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato: Aronne gettò il suo bastone davanti al faraone e ai suoi ministri ed esso divenne un serpente.

«In verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.


Carissimi, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia.Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia. La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza.
Voi dunque, carissimi, siete stati avvertiti: state bene attenti a non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall’errore dei malvagi. CRESCETE INVECE NELLA GRAZIA E NELLA CONOSCENZA DEL SIGNORE NOSTRO E SALVATORE GESYU' CRISTO. A lui la gloria, ora e nel giorno dell’eternità. Amen.


In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. (LA SCENA AVVIENE NEL TEMPIO nel quale era vietato mostrare le monete pagane. Per questo c'erano i cambiavalute per le offerte in denaro o in natura).
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.

lunedì 4 giugno 2012

Ma quale PARTE preTENDEVA l'... UOMO?

Nel SUO TEMPO, nell'apparire, e vedendolo non prostratevi se dubitate.
A LUI è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra, per ciò fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi  H A comandato. LUI E' CON NOI in tutti i TEMPI fino alla FINE, ma predisponetevi a RIFLETTERLO.

«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò ... lontano.
Al TEMPO opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

sabato 2 giugno 2012

HO CONOSCIUTO la TERZA PERSONA

   L’OSPITALITA' di Abramo, o LA TRINITA' Angelica


Elemento importante per la lettura che ci apprestiamo a fare dell’icona, è il brano del Vangelo di Marco - (Cap. 10, vers. 41 e seguenti) – nel quale Gesù ci parla dei capi e del potere, in quanto ci aiuterà a risolvere un problema che si manifesterà durante l’analisi dell’icona.
La Sacra Scrittura cui l’icona fa invece riferimento è il brano della Genesi in cui si narra dell’incontro tra Abramo e i tre pellegrini che gli annunciano la nascita del figlio Isacco.
Nell’iniziare la lettura strutturale dell’icona in esame, al fine di comprendere il messaggio che è capace di esprimere, si rende prima di tutto essenziale capirne il titolo – “l’ospitalità di Abramo” – a significare l’accoglienza di Abramo per i tre sconosciuti che gli si presentano di fronte, titolo chiaramente rivolto al tema della xenofilia, all’amore verso lo straniero.
Altro titolo è “la Trinità Angelica”, ossia la manifestazione trinitaria di Dio che, per la prima volta, mostra ad Abramo chi è. Le ali dei tre personaggi conferiscono loro la caratteristica di angeli (anghelos = annunciazione), ossia portatori di buone notizie.
Dividiamo immaginariamente l’icona in tre settori verticali (stanze), corrispondenti ai tre personaggi raffigurati; gli elementi che stanno dentro ciascuna di esse corrispondono, hanno attinenza, dicono la stessa cosa del personaggio insieme al quale si trovano.
Nella stanza di centro notiamo l’albero, la quercia di Mamre, di legno come la Croce del Cristo, albero sia della vita, che ha dato frutto, ma anche albero del bene e del male, ambedue espressamente indicati nella Genesi, albero della vita inteso quale nuova occasione, per l’uomo, per cogliere il frutto della vita al quale aveva rinunciato nel paradiso terrestre, per scegliere il frutto dell’albero del bene e del male.
Nella stanza a sinistra vi è la casa di Abramo, a metà tra una casa regale, di pietra, con le colonne, e la vera casa di Abramo, che era una tenda, aperta, alla quale tutti potevano avere accesso, da ritenersi pure la casa del Padre, la nostra casa, la casa di tutti.
Nella stanza a destra è raffigurata la montagna quale luogo d’incontro tra Dio e l’uomo, secondo il progetto del Padre, quale punto d’unione tra due libere volontà, a garanzia che una è salita e l’altra è scesa per congiungersi, per incontrarsi, pur con cammini e difficoltà ben diverse.
Tali strutture che stanno alle spalle dei personaggi rappresentati si presentano con gli stessi movimenti dei personaggi medesimi. La casa è dritta come il Padre e l’asta che tiene in mano, l’albero è leggermente piegato similmente al Figlio e all’asta che sorregge, la montagna è curva, china, simile allo Spirito Santo che vi sta di fronte e all’asta piegata che Egli trattiene.
La casa in alto a sinistra guarda verso gli altri due personaggi come fa il Padre, e presenta una porta, aperta verso il buio, a significare la morte vista in senso positivo, attraverso la quale tutti dobbiamo transitare per accedere alla casa del Padre, lasciandoci alle spalle una cosa (la vita terrena) per iniziarne una migliore (la vita eterna).
La mano benedicente del Figlio raffigurato nel personaggio centrale sovrasta una coppa, chiaro elemento che ci riconduce alla figura del Figlio medesimo e del Suo sacrificio. Il tavolo sottostante sta a significare un altare, con una nicchia al centro, quale luogo di martirio in cui venivano poste le reliquie dei Santi, anch’esso a ricordare il sacrificio del Figlio, mentre la montagna riportata a destra, coi significati di luogo di incontro di due libere volontà, costituisce con chiarezza la carta d’identità dello Spirito Santo, in quanto ogni incontro tra l’uomo e Dio avviene sempre e soltanto in presenza dello Spirito Santo.
Ulteriore caratteristica che accomuna i tre personaggi nella Trinità è il cerchio ideale che li pone tutti quanti sullo stesso livello in quanto, pur essendo ciascuno una persona diversa, rappresentano insieme un’unica entità divina.
Di significativo e particolare interesse nell’esame strutturale dell’icona della Trinità di Rublev (da cui è tratta quest’icona), è la centralità della figura del Figlio, elemento che fa acquisire a tale personaggio una prevalenza, una maggiore importanza rispetto alle altre due laterali. Tale posizione, infatti, costituisce un problema teologico in quanto, tra i tre, il personaggio più importante, da far prevalere, dovrebbe essere indiscutibilmente il Padre.
Nell’icona della Trinità di Rublev è però altrettanto indiscusso che tale figura rappresenti il Figlio, sia per le vesti che sono quelle del Pantocrator, sia perché (e qui ci viene incontro il brano del Vangelo di Marco accennato all’inizio) che recita: “chi vuol esser giusto deve essere servo di tutti”, a significare che il Padre, in quanto padre, si pone più in basso del Figlio, perché il figlio possa emergere e sovraordinare in tal modo su tutti e su tutte le cose.
Di strana, particolare e significativa importanza nel linguaggio iconografico è che proprio nelle sue difficoltà interpretative, proprio negli inciampi che sovente vengono a manifestarsi, proprio nell’apparente illogicità di quanto spesso ci si presenta di fronte, vi sono i messaggi più belli, i veri motivi ed i più profondi significati dell’icona. Sono proprio queste stranezze che attirano e stimolano l’iconografo e lo spettatore a chiedere risposta, a cercare spiegazione, cosa che l’icona e i brani dei testi sacri di riferimento sono sempre in grado di dare, e guai a cercare di normalizzare tali stranezze in una nostra realizzazione.
L’iconografo può definirsi pertanto un predicatore che attraverso le immagini propone al mondo la parola di Dio, un predicatore che dopo aver ascoltato quanto è stato riportato nelle Sacre Scritture, lo ripropone attraverso una propria personale preghiera fatta di tratti e di colori che vengono delineati e stesi sulla tavola apportandovi il frutto della sua meditazione, di tutto quanto è riuscito a cogliere nel mistero nei confronti del quale si è posto in ascolto. Soltanto dalla comprensione delle Sacre Scritture si rende possibile, tramite il linguaggio iconografico, tradurre in immagine e tramandare il pensiero di quanto si è capito dall’ascolto e dalla meditazione della parola di Dio.
Nella Trinità di Rublev lo spazio che vi è tra i tre personaggi raffigurati porta a riconoscere il contorno di una coppa, elemento di osservazione che niente di più aggiunge ai significati espressi dagli altri elementi presenti, ma che comunque è riconoscibile.
La coppa sul tavolo, invece, rappresenta chiaramente il mistero dell’incarnazione, da interpretarsi nel senso che la visita dei tre Angeli, che vengono accolti amichevolmente con l’offerta di una coppa, anticipa ad Abramo la nascita di Gesù, manifesta per la prima volta il mistero di Dio che si fa uomo.
tratto da: “Corso Teorico-Pratico d’Iconografia”, del Prof. Andrea Trebbi

venerdì 1 giugno 2012

NON SIETE DA MENO del vostro padrone.

Se SIETE FIGLI dovreste riconoscere VOSTRO PADRE.

Carissimo Fratello, come si può camminare secondo lo Spirito e nello stesso tempo essere portati a soddisfare il desiderio della carne? Devo elencarteli … prendendo per esempio i 7 peccati capitali?
Sicuramente mi risponderai che è anche una questione di quantità e di qualità?
APPUNTO!
Quanta FAME o SETE ha Nostro Signore Gesù Cristo che è SCESO in questo CAMPO per cercarne in NOI? … per non parlare della SUA LUSSURIA, AVARIZIA, INVIDIA, SUPERBIA e IRA … del CIELO.
Non serve leggere la SUA PAROLA con la nostra COMPRENSIONE e sostenere che è BUONO e senza peccato, perché Gesù stesso ha evidenziato questa nostra chiusura di cervice verso COLUI che è l’INIZIO di TUTTO.
C’è solo un problema, il VERO PROBLEMA che porta scompiglio tra gli ANGELI del CIELO, caduti e non, a seconda del loro MODO di servire NOI o il SIGNORE.
Dio PADRE ha deciso, fin dall’INIZIO di rendere PARTECIPE tutto il CREATO della SUA perfezione che passa anche attraverso le tenebre, la confusione, il disordine e … TUTTO quello che fa MALE. Tanto MALE. Ma LUI E’ SEMPRE con NOI, fin dall’INIZIO per il FINE di TUTTO, che non ha termine. Chi riuscirà a sopportarne il PESO?

Se Paolo sostiene che la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne, non è in errore ma si trova nel mezzo del cammino e non conosce l’inizio, nel quale è stato creato il DESIDERIO, VERA FORZA BESTIALE per PROVOCATE TUTTE le COSE.
Se poi trovate opposizione tra lo SPIRITO e la CARNE, … in VERITA’ rimarrete in quel FARE QUELLO che non vorreste o, se preferite per il vostro vero stato attuale: “sicché voi non fate quello che vorreste”.
Bisogna leggere San Paolo … anticipandolo … se AVETE INCONTRATO il SIGNORE non come un fantasma, non per sentito dire … MA in CARNE e SPIRITO.
Lasciate vi guidare dalla PERSONA PIENA di SPIRITO SANTO e non solo dallo Spirito, altrimenti rimarrete anche sotto la LEGGE dello SPIRITO che fa male ma non svela il SENSO di questa dimensione iniziale e apparente per il CIELO e la VITA ETERNA.
Che fai leggi ancora?
Non ti sei accorto del PLURALE e della mancanza tra i SETTE PECCATI dell’ACCIDIA?
Sai spiegarmela CHE E’ questo peccato? … in TERRA per poi proseguire NEL CIELO?
La conosci la “parabola” dei DUE fratelli EREDI del CAMPO?
Il PADRONE, o il FIGLIO del PADRONE, non LAVORA la TERRA ma va nel campo a CONFORTARE i LAVORATORI ed è normale che per un PRINCIPE del Mondo non è BENE che LAVORI manualmente … o no?
In VERITA’ è che c’è LAVORO e lavoro e gli operai non detestano il lavoro materiale ma vogliono almeno sentire il CONFORTO di chi gli rende partecipe del BENE che stanno COSTRUENDO.
Per questo “IO SOSTENGO” che se il maestro cresce insieme al discepolo, il Pastore si innamora delle PECORE, anche DIO diventa PADRE per le SUE CREATURE.

Del resto sono ben note le OPERE della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere, come se in similitudine non sono COSE cadute dal CIELO.
Riguardo a queste cose E’ GIUSTO PRE-AVVISARE, come già detto da TANTI: “chi le compie non erediterà il regno di Dio.
Quale?
Di un Dio che non perdona chi le ha operate per poi rinnegarle per sempre?
Come chi si sporca per non far sporcare CHI AMA.
Difficilmente TUTTO il CORPO si corrompe e chi tradisce nel male non è detto che tradisca anche nel BENE.
Il frutto dello Spirito in VECE è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. E’ questo è l’INIZIO.
Ma CHI CONOSCE la FORZA dello SPIRITO SANTO … non ha bisogna del frutto dello Spirito.

Quelli che SONO di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le SUE PASSIONI (peccati?) e i SUOI DESIDERI (tentazioni?). PER TANTO … ATTENTI a giudicare CHI GIUDICA VOI. Leggete BENE perché CHI E’ di GESU’ il CRISTO – IL SIGNORE – LO HA CROCIFISSO.
Per questo non meravigliatevi se vivendo dello Spirito, camminate anche secondo lo Spirito.
QUALE?
Terreno o CELESTE?
Caduto o ASCESO?

Egli proclama anche oggi che gli uomini non vengono salvati dalla loro saggezza, né dall'ostentazione di segni straordinari. Vengono salvati dalla Croce, forma e scandalo per gli uomini, potenza e sapienza di Dio.
CARISSIMI ( ApPREZZO), LA FINE DI TUTTE LE COSE E’ VICINA. Siate dunque moderati e sobri IN TUTTO, per dedicarvi alla preghiera. Perché non pensate di essere FORTI rispetto a chi non crede, perché bisogna capire a CHI CREDETE, CHI AVETE VISTO, SENTITO e TOCCATO.
Soprattutto conservate tra voi una CARITA’ FERVENTE, PERCHE’ LA CARITA’ COPRE UNA MOLTITUDINE DI PECCATI. Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare.
Al massimo rimproverate alla LUCE, per essere GIUDICATI come vorreste essere giudicati se vi accorgete che non CROCIFIGGETE il SIGNORE, VOI che siete CORPO MISTICO dello SPOSO e della SPOSA, FATTI UNO in VOI.
Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. CHI PARLA, LO FACCIA CON PAROLE DI DIO; CHI ESERCITA UN UFFICIO, LO COMPIA CON L’ENERGIA RICEVUTA DA DIO, PERCHE’ IN TUTTO SIA GLORIFICATO DIO per mezzo di Gesù Cristo, ADESSO NOSTRO PADRE.
ADESSO DICIAMO TUTTI, NEL SANTIFICARE IL SUO NOME:
glorificaci davanti a te, con quella gloria che avevamo presso di te prima che il mondo fosse.
Abbiamo fatto conoscere il tuo nome ai nostri fratelli che ci hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a noi ed essi hanno osservato la TUA PAROLA” ... A TE  che
appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen!

Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.

[Dopo essere stato acclamato dalla folla, …] entrò nel SUO TEMPIO. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i SUOI  1 2.
La mattina seguente, mentre usciva, ebbe fame. Avendo visto da lontano l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la SUA STAGIONE. Rivolto all’Albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i SUOI … LO UDISONO.
Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei mercanti di Spirito e i loro troni di venditori di metafore sullo spirito e NON PERMETTEVA CHE SI TRASPORTASSERO COSE ATTRAVERSO IL SUO TEMPIO. E DICEVA: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni”?
Voi invece ne avete fatto un covo di vipere e di ladri».
Lo udirono anche “I PADRONI” dei sacerdoti e chi studia DIO per sottrarGLI la VERITA’ e cercarono il modo di farlo morire. Ma come può morire CHI ritorna VINCITORE sulla MORTE?
Avevano infatti paura di lui, perché si era già formata la DIVISIONE nel REGNO, non più tra BENE e male, ma tra SPIRITO e materia.

Quando venne LA SERA, USCIRONO TUTTI  FUORI.
LA MATTINA SEGUENTE, l’OTTAVO GIORNO, passando, videro l’Albero della conoscenza del bene e del male seccato fin dalle radici. Chi aveva le CHIAVI si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

Ma su queste ultime parole non posso dirvi nulla perchè CADRESTE nuovamente in quanto non siete in grado ancora di PORTARE il PESO di ESSERE DIO.

Il calice, però, lo potete BERE, per diventarLO.
Non c'è raccomandazione che tenga ... soprattutto dopo la morte di DIO. Vostro PADRE.
Fatevi aiutare dalla MADRE.