venerdì 31 marzo 2017

καλή καί ἀγαθή



E' qui sta la SAPIENZA custoDITA dalla SOLA CHIeSA CATTOLICA, "CASTA e MERETRICE".
Se solo ANALizzASSEro i cANTI e le PRE-GHIERE, troVEREbbERO vERAmenTE delle PER LE.

Ma VA BENE c'OSI'. Biglino è MEglio del VI-SCOVO vESTito ORA di bianco non + sPORCO di Roma, c'OME MARAdonna è di MAYO di PELLE'.
Le MIE "PECORE" le voglio s'IGNORanti, P.E.C.cATTRICI POR NOrMALI, cioè QUELLE che A.M.ANO TANTO a PRE-SCINDERE.
NONAd exEMPIO c'OME i TEstiMONI geNOVEsi che ruBANO peCORElle inBEciLLE alla CHIeSA Cattolica PROprIO FACCEnDO noTARE e stODIAre la Bibbia. Anche i PROTEstANTI sono prePARAtissimi sulle scRITTURE. Per non PARlARE DEI Ebrei e DEI MUSUinMANI.
ANNOI va bene c'OSI'.
NOI SEPPIAmo c'OME i deMONI DIviDONO quelle COIN corn e quelli sENZA (MATTeO VENTIcinQUA virGOLA TREntUNO QUA-RANTOLA...SEI).
Grazie di CUORE!


mercoledì 29 marzo 2017

INIZIA BENE e FIniSH MALE


Quale significato ha l’espressione “secondo le Scritture” che troviamo all’interno del nostro Simbolo di fede? Cosa significa dire che Gesù è morto e risorto secondo le ScrittureA questa domanda, che introduce una serie d’importantissime riflessioni teologiche sul tempo e sul destino, risponde in modo chiaro il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La Risurrezione di Cristo è compimento delle promesse dell’Antico Testamento e di Gesù stesso durante la sua vita terrenaL’espressione «secondo le scritture» indica che la Risurrezione di Cristo realizzò queste predizioni” (CCC 652)Il primo a svelarci che gli avvenimenti della passione non si sono svolti per caso è proprio Gesù, con le sue parole rivolte ai discepoli di Emmaus dopo la risurrezione: “O stolti e tardi di cuore a credere a quello che hanno detto i profetiNon doveva forse il Cristo patire tutto questo ed entrare nella sua gloria?” (Lc 24,25-26). E quel giorno, “cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro quanto lo riguardava in tutte le Scritture”. E così facendo “aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture” (Lc 24,45), cioè diede la chiave interpretativa della Bibbia affinché questa venisse da quel momento in poi letta alla luce del grande disegno salvifico di Dio. Una prova che tale insegnamento venne subito recepito, e che l’espressione contenuta nel Credo non è un arbitrio dei Padri di Nicea-Costantinopoli che lo forgiarono, è già racchiusa nella prima Lettera di Paolo ai Corinzi: “Vi ho dunque trasmesso, anzitutto, quello che ho ricevuto, che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, e che fu sepolto, e fu risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture” (1Cor 15,3-4). Ecco perché il Catechismo, senza tema di sbagliare, può affermare: “La morte violenta di Gesù non è stata frutto del caso in un concorso sfavorevole di circostanzeEssa appartiene al mistero del disegno di Dio” (CCC 599). Questo mistero ci viene comunicato tramite le Sacre Scritture, che in qualche modo, per volontà di Dio, diventano forgiatrici della storia degli uomini. Le cose scritte dagli autori sacri sono ben più di mero racconto, di semplice memoria di fatti accaduti, o di pure previsioni. Una volta scritte esse diventano matrici della nostra storia. Cristo stesso riconosce autorità alla Scrittura e sembra sottostare a quanto vi è scritto: “Era proprio questo che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si adempia tutto quanto di me sta scritto nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” (Lc 24, 44). E aggiunge: “Così sta scritto: il Cristo doveva patire ed il terzo giorno risuscitare dai morti” (Lc 24,46). Attenzione però: Cristo era perfettamente libero di non sottostare alle Scritture, in quanto Dio è superiore alla Parola rivelata; ma poiché nella sua libertà ha scelto di salvarci, egli si è sottomesso al disegno del Padre. Se si svaluta il concetto di libertà dinanzi al concetto di destino, si rischia di scivolare nello stesso errore in cui cadde Giovanni Calvino (1509-1564, riformatore protestante), il quale si spinse fino a voler tentare di fondare teologicamente la teoria della predestinazione: “Definiamo predestinazione l’eterna disposizione di Dio mediante la quale egli ha fissato in sé che cosa deve avvenire di ciascun uomo secondo la sua volontà; poiché gli uomini non sono stati creati tutti allo stesso modo, ma per gli uni è stata predisposta la vita eterna e per gli altri l’eterna dannazione” (Calvino, Istituzione della religione cristiana). E’ evidente la mostruosità teologica cui porta la cieca sopravvalutazione del destino: Dio creerebbe uomini per l’inferno e uomini per il paradiso. Le tesi del calvinismo vennero naturalmente respinte dalla Chiesa, che già dinanzi a Lutero aveva sostenuto il valore del libero arbitrio. E’ vero, insegna il Magistero, che nelle Scritture si parla di “prestabilito disegno” di Dio (cfr At 3,23), ma “questo linguaggio biblico non significa che quelli che hanno consegnato Gesù siano stati solo esecutori passivi di una vicenda scritta in precedenza da Dio” (CCC 599). Il profeta Giona aveva annunciato un destino di distruzione per Ninive, ma a seguito di un grande pentimento collettivo l’intiera città si salvò. Il destino in fondo è come il vento: ha le sue direzioni, ma tutto dipende da come io dispongo le vele. Chi sottovaluta l’ampio margine di movimento che la nostra libertà ci dona, si sottrae alla responsabilità delle proprie scelte per vivere come un automa, come fa chi ricava il destino dalle stelle e dai relativi oroscopi; o come chi attende con ansia rivelazioni private per “sapere che cosa Dio vuole da me”. Disegno di Dio non significa predestinazione, futuro già scritto. Il disegno di Dio è scritto nella storia con le matite delle nostre vite. E di volta in volta è tracciato in base alle nostre risposte. Molte anime rimangono ferme per anni domandandosi quale sia loro strada nella vita, ma la strada è solo una: crescere nella fede. Quando l’acqua del fiume sale, la propria barca si disincaglia e segue da sola il suo destino. E non sono le mie domande sul futuro a schiudermi la rotta, ma l’abbandono fiducioso a Dio. Se continuamente mi sporgo per guardare avanti, significa che non sto vivendo veramente l’abbandono. Ma se lo vivo, allora anch’io seguo quel vento e quel fiume; anch’io finalmente vivo secondo le Scritture.

sabato 18 marzo 2017

La MaDONNA DEI MANdarini


Sulla Madonna c’è una leggenda, una tradizione che esiste nel Sud d’Italia dove ci sono tanti mandarini. La leggenda della "Madonna dei mandarini". Si dice che sia la patrona dei ladri. Dicono che i ladri vanno a pregare lda Lei. E la leggenda – così raccontano – dice che i ladri che pregano la Madonna dei mandarini, quando muoiono e devono mettersi in fila per entrare nel Paradiso, e sfilano davanti a Pietro che ha le chiavi, e apre e lascia passare uno, chiude e non lascia passare un altro. Ma e la Madonna, quando vede uno di questi, gli fa segno di nascondersi; e poi, quando sono passati tutti, Pietro chiude e viene la notte e la Madonna dalla finestra lo chiama e lo fa entrare dalla finestra. E’ un racconto popolare, ma è tanto bello: perdonare con la Mamma accanto; perdonare con la Madre. Perché questa donna, quest’uomo che viene al confessionale, ha una Madre in Cielo che gli aprirà la porta e lo aiuterà al momento di entrare in Cielo. Sempre la Madonna, perché la Madonna aiuta anche noi nell’esercizio della misericordia.

venerdì 10 marzo 2017

LOS CANDIDAlo


CHECCA SI-NO le scRITTUR di OGGI.
CHI SISAL VERA' in QUA-STO' cASINO di VERITA' CONTRApPOST?

venerdì 3 marzo 2017

giovedì 2 marzo 2017

lasPOSA dell'AnGnELLO è pronta

Non imbRATTAte la vs dOPPIA imMAGIne con la SUa.t.UNICA, fino a rENDerla INRIconoscibile (Gn 3,9).
Non VERaGOGAteVI delle vs NUDITA' TEntATEe dal SerPENTE che diVENTA VULveNErABILE quANDO' ha MANaGIATO.
LUI è con NOI fin dall'INIZIO. PRIMA e DOPO, comPRESO nel PECCATO.
FINO a NASCERE LUI STESsO DANNOI.
"E' il s'IGNOR STESsO, nelle FATTEzze del VERbO, che GUIDA. PONE dELIcataMENte le MANI sulle sPALLE, inCUOReAGIA senza FORZA-RE, rESTA inDIETRO, QUA-SI A-PROTEgGERE, a non invADE-RE, MEN-TRE si sCHI-ODE la PORTA che CHI-AMAal CAMmino, al FU-TUrO, all'A STrOrYA. Il s'IGNOR STESsO 'scEDEN', fino alla SOGLIA in CUI il Regno DEI Cieli diVENTA Regno diddio sulla TERRA, e aTENDE le SUE MANI sulla cOPPIA di VISI sePARATI dalla VERaGOGNA".
Da UNO ne FECE DUE che d'OVEvANNO comPRENDERE l'ESSERE c'OME DIO FATTO MAsCH'IO e FEmMENA.
Più che sCACCIATA sEMBRA una sPINTA AMOreVOLE, non con SPADA FIAMMEgGIAnTE ma FOLGORante, fino a CAPI-RE quell'AperTUra di OcCHI.
LUI STESsO che a.C.comPAGNA i diVISI VERSO l'INIZIO e non la fine, riCOPREnDOLO di NUOVI VESTITI fATTI di PELLE.
Non una FINE, ma un NUOVO e VERO INIZIO della STORIA, che dal TEmPO FISSATO ci fa comPRENDERE l'ExSERE E-TERNO. Non + UNO, ma DUE .. ANZI TRE, FATTI di UN'UNICA MIA-SERIEdi CUORdiYA.
TUTTO si COMPIE in quel GIARDINO che cambia A.S.PETTO dalla GENE-SI alla PASS-QUA, PASSando dalla PASSione del P.E.C.cATTO ... INDIspensABILE.