I miei occhi, che inizialmente osservavano le bellezze che ci hai donato, ora vedono te, mio Dio. In uno sguardo di un indifeso, in un abbraccio fraterno riconciliatore,
in un aiuto che risolleva dalle cadute. Mio Dio, io ora vedo te non più con occhi che vedono ma con occhi che sentono.
Le mie narici, che inizialmente percepivano gli odori familiari e mi allontanano dai fetori mortali, ora mi aiutano a respirare aria spirituale. Io sento che il mio respiro non può fare a meno del tuo Spirito. Sento di non respirare più con i polmoni ma con un organo che non è di questo mondo e che chiamano Anima.
Come possono vedere i ciechi ed udire i sordi se non comprendono il vero corpo in cui ci hai destinati. Un corpo che non è la carcassa che un giorno lasceremo per concimare questa terra, ma un corpo che respira con l’anima e che vede e che sente il Tuo sguardo, o mio Tutto.
Io ho sempre sentito il tuo sguardo, mentre ti cercavo nelle bellezze del mondo, ma ora che mi sono girato dentro, ti ho visto! Ti ho riconosciuto e mi sono riconosciuto. Un Padre che guarda il Figlio, il Figlio che guarda il Padre. Due sguardi che si fondono e che vivono nel Tutto, la Vera Casa, la Casa Paterna, la Casa Futura.
Io guardavo fuori di me e mi meravigliavo nel vedere l’infinito e l’infinitesimo, tutto il creato. Ma ora ho capito che guardando un mio fratello ho visto l’universo che è centro di me, dove da chissà quanto tempo mi stavi aspettando.
Sono dinanzi a Te, o Signore. Sono pronto per entrare nel vero mondo che mi hai destinato da sempre!
(da un SUO COMMENTO a:
Nei miei occhi, o Dio,
la Tua bellezza:
l’uomo, gli animali,
la terra, il cielo, il sole,
la luna, i monti, il mare;
e nelle mie narici
– profumo dei fiori –
l’odore delle Tue mani.
Sono dinanzi a Te,
Signore.
Vito Giuseppe Mele