Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito
entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che
voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà
il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco
del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e
purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e
argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei
giorni antichi, come negli anni lontani».
Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso
modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui
che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per
timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli
infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende
cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo
sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo
scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato
messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in
aiuto a quelli che subiscono la prova.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la
legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per
presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio
primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di
tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a
Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la
consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli
aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il
Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i
genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a
suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio,
dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace,
secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua
salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti
alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù
si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria,
sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in
Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà
l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una
profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in
età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi
rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal
tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in
quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti
aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa
secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di
Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di
Dio era su di lui.
Anche io sono un ... copia in colla.
In quel tempo perlustrerò Gerusalemme con lanterne e farò giustizia di quegli uomini
RispondiEliminache riposando sulle loro fecce pensano:
"Il Signore non fa né bene né male".
... e ABBA'nDONERO' chi lo ha fatto in BUONA FEDE!
EliminaTu sai che io non accolgo NOMI ACCIDIOSI di CARITA'.
Tutto ti verrà perdonato se riconoscerai di aver sbagliato pur non sapendo il perchè ... come il BUON LADRONE accanto a CHI RUBA ANIME a SATANA.